Il Capitalista, il documentario con le rivelazioni di Carlo De Benedetti stasera su La7 a La Torre di Babele

Con una puntata speciale de La Torre di Babele, Corrado Augias analizza la nuova era del capitalismo, arricchita dal racconto di Carlo De Benedetti nel documentario Il Capitalista.

Corrado Augias

Stasera su La7 alle 21:15 appuntamento con Corrado Augias e la puntata speciale de La Torre di Babele dedicata alla nuova era del capitalismo. Durante la serata, all'inerno della puntata, andrà anche in onda il documentario Il Capitalista, diretto da Jacques Charmelot.

La Torre di Babele anticipazioni del 3 marzo

Al centro del dibattito tra Corrado Augias e i suoi ospiti, il governatore onorario della Banca d'Italia Ignazio Visco e il giornalista Massimo Giannini, ci sarà l'indagine sull' "anno I" della nuova era del capitale e dell'economia, inaugurata dalla rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d'America.

Ci si chiederà anche quali sono le possibili implicazioni geopolitiche che la corrente situazione internazionale comporta. Saranno questi i principali temi affrontati in studio.

Carlo De Benedetti Il Capitalista

Ci sarà poi spazio per la prima tv del documentario "Il Capitalista", una lunga intervista a Carlo De Benedetti in cui verrà rievocato il ricordo di un'Italia diversa che si preparava all'avvento del capitalismo.
Ispirato al suo libro "Radicalità", il docufilm, girato a Dogliani, esplora il paradosso di un imprenditore capitalista che ha però sempre criticato il sistema economico e le disuguaglianze dall'interno.

Il Capitalista offre uno sguardo intimo sulla vita e la carriera dell'Ingegnere, arricchito da documenti inediti e riflessioni personali. E c'è spazio per una rivelazione che ha il sapore amaro del rimpianto quando racconta dell'incontro con Steve Jobs: "Mi chiede chi ero, gli spiego che ero chairman della Olivetti, e lui mi dice 'stiamo facendo un nuovo round di finanziamento (della sua azienda che si chiamava Apple), se lei mette 20 milioni diventa socio al 10%'. Io la presi come una sfida dell'impossibile, per noi era una sfida incompatibile con i bilanci della Olivetti. Però è stato il più grande errore della mia vita. I tempi della Fiat non potevano tornare".

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