Antonio Albanese si è concesso al giovane pubblico di Giffoni 2023, anticipando i suoi progetti futuri, ma non disdegnando neppure di fornire il suo sguardo personale sulla situazione politica attraverso il filtro di uno dei suoi personaggi più popolari, Cetto La Qualunque. "Io mi vergogno ogni volta che interpreto Cetto La Qualunque perché è una somma di orrori, eppure se pensiamo alla politica di oggi Cetto è un gesuita, un moderato. Ma si può dire che io sto alla politica come Polifemo sta allo strabismo, come Formigoni sta al Kamasutra" ha commnetato l'attore.
Tra racconti di vita umana e professionale, Albanese non ha risparmiato riflessioni più profonde soffermandosi su uno dei personaggi più amati della sua carriera: "Ero completamente estraneo al mondo della politica. Da ragazzo a Milano, ho iniziato a frequentare i comizi e ne ho viste di tutti i colori. Ho sentito dire 'Sarò leale e circonciso' da un politico che poi è diventato Senatore. Un altro si è presentato con una foto della moglie del candidato avversario e ha detto 'Questa è una 'bottana', non potete votare un cornuto', e poi ha vinto. Ma non c'è nessun riferimento preciso, Cetto è un insieme di brutture, non un'imitazione. E' un personaggio che esiste ovunque, non solo in Calabria. E' quella politica malvagia, improvvisata" ha raccontato ai ragazzi del Festival. "I ricordi dei miei genitori, costretti a lasciare la Sicilia per mangiare, le loro fatiche, ti segnano. E quella politica malsana mi ha fatto venire i brividi. Ho cercato di rappresentarla in maniera ridicola per demolirla. C'è rabbia dietro la costruzione di quella maschera". E tra ironia e serietà ha aggiunto: "Avevo presentato il film al Festival di Berlino e durante la visione nessuno ha riso. Alla fine del film c'è un applauso pazzesco. Dopo il dibattito - perché lì fanno dibattiti per tutto - uno spettatore mi dice 'Non ho mai visto niente di più drammatico nella mia vita'. E secondo me aveva ragione, è davvero drammatico. E' stata una bella soddisfazione creare una maschera così".
Tra i progetti futuri di Antonio Albanese c'è la realizzazione di un suo sogno: "Tra 20 giorni vado a Monaco per visitare il museo di Karl Valentin. È stato un satiro incredibile, ha una scrittura capace di rendere felice, mi ha segnato profondamente. Già nel 1920 parlava di ambiente. Un comico meraviglioso, molto raffinato. Il monologo 'l'Acquario' di Tingeltangel è straordinario. So che piangerò".