Dopo il flop di Ghostbusters (2016), reboot al femminile di una delle saghe più storiche del cinema, Sony Pictures ha deciso di optare per un altro reboot, questa volta con Paul Rudd e dei protagonisti molto più giovani. Adesso una delle protagoniste del film, Leslie Jones, ha voluto denunciare il salario nettamente inferiore rispetto alle colleghe, addirittura l'1% rispetto a quello di Melissa McCarthy.
"Non voglio colpevolizzarle, ma inizialmente mi offrirono 67mila dollari per la parte. Ho dovuto combattere duramente per avere alla fine 150mila dollari, ma il messaggio era chiaro. Mi dissero che dopo questo film sarei stata sistemata a vita, come se non avessi fatto nulla negli anni precedenti. Sono stata pagata molto, ma molto meno di Melissa McCarthy e Kristen Wiig" ha dichiarato l'attrice nel suo libro Leslie F*cking Jones.
Ghostbusters: com'è nato il blockbuster più controverso del 2016
Sulla decisione da parte di Sony di "annullare" il reboot al femminile e proseguire con un altro arco narrativo, Leslie Jones si era detta furiosa: "È un insulto. Della serie 'fottetevi'. Non contiamo niente. È qualcosa che farebbe uno come Trump. (voce di Trump) 'Rifaremo Ghostbusters, sarà migliore con gli uomini, sarà enorme, quelle donne non erano Ghostbusters'. Terribile, un'iniziativa da stron*i. Non mi interessa, dico la mia."
Ghostbusters, quando Leslie Jones denunciò i commenti razzisti
L'uscita del film fu accompagnata da numerose controversie, tra cui i numerosi commenti razzisti e sessisti proprio nei confronti di Leslie Jones che denunciò il tutto sui social, cancellando il suo account Twitter.
"Non crederete a quanto male ci sia. E' fottutamente spaventosoSto tentando di capire quale essere umano possa fare questo" scrisse Leslie Jones.