Il mondo della cultura italiana sta subendo ingenti danni a causa del coronavirus e della sua diffusione. Gabriele Muccino fa sentire la propria voce sulla questione, criticando la chisura i poli di aggregazione artistica come musei, cinema e teatri, mentre altri esercizi dove le persone si ritrovano altrettanto in massa vengono lasciati aperti senza porsi il problema.
Dal suo profilo Instagram, Muccino prende posizione sulle misure nazionali di prevenzione, e si sofferma particolarmente sul suo settore, quello del cinema. Le sale cinematografiche di sei regioni del nord Italia hanno infatti già subito l'ordinanza di chiusura, perdendo soldi per settimane e incidendo senza dubbio sull'economia nazionale.
A riguardo Gabriele Muccino dichiara: "I ristoranti restano aperti, i bar pure, i treni idem, i musei invece no, i cinema e i teatri chiudono. Anzi no, riapriamoli. Un po' alla volta. In tutto ciò il box office è andato a picco come mai prima, i cittadini sono spaventati e migliaia di esercenti vengono messi in ginocchio"
Coronavirus: cinema aperti, ma le misure di sicurezza sono rigide
Pian piano, alcune regioni avranno modo di riaprire le proprie sale nonostante l'allarme coronavirus sia ancora molto alto, ma secondo Gabriele Muccino il danno è ormai stato fatto: "Pare che tra una settimana anche in Lombardia, Emilia e Veneto le sale cinematografiche riapriranno. Ma il danno economico e l'effetto psicosi è stato innescato. E questa è la cosa che mi fa più arrabbiare."
Il regista si prende anche un momento per ringraziare gli 845.000 che hanno sfidato il virus andando al cinema per vedere il nuovo film di Muccino, Gli anni più belli, che attualmente e nelle scorse tre settimane è stato il numero uno della classifica dei film più visti.