Gli anime vivono oggi un'epoca di splendore internazionale, con streaming e cinema che li consacrano tra i protagonisti dell'intrattenimento globale, ma dietro le luci della ribalta, il settore dell'animazione affronta un dilemma cruciale: come salvaguardare la creatività quando il mercato preferisce la sicurezza degli adattamenti alle sfide delle idee originali? Ha provato a rispondere Kenji Horikawa, fondatore di P.A. Works.
L'allarme di Kenji Horikawa sulla crisi di originalità
Kenji Horikawa, veterano del settore e mente dietro P.A. Works, ha scelto parole che pesano come macigni per descrivere lo stato dell'industria: "È decisamente vero che è difficile realizzare progetti originali al giorno d'oggi. I costi di produzione degli anime stanno aumentando rapidamente, quindi dal punto di vista degli investitori, le opere originali sono viste come ad alto rischio. Lo capisco fino a un certo punto."

Con queste frasi, l'autore sottolinea come l'espansione commerciale degli anime si sia trasformata in una lama a doppio taglio: più visibilità, sì, ma anche meno coraggio creativo.
Gli investitori, sempre più orientati alla sicurezza, preferiscono puntare su manga e light novel già consolidati, opere che garantiscono un bacino di fan pronto a sostenere la produzione. Tuttavia, questa scelta rischia di trasformare gli anime in un ingranaggio ripetitivo, lontano dall'essenza che li ha resi un fenomeno culturale unico.
Non è solo un problema economico, ma una questione di memoria creativa: come ricorda Horikawa, il pericolo più grande è "dimenticare come realizzare opere originali anche se tutti lo volessimo." In altre parole, l'industria corre il rischio di perdere non soltanto l'audacia, ma anche gli strumenti narrativi necessari a innovare.
Il peso del ritmo e la sfida del futuro
Accanto alla questione finanziaria, c'è un'altra ombra che incombe: quella della pressione produttiva. Secondo Horikawa, "l'enorme volume di anime che vengono pubblicati sta diventando schiacciante. Ha esaurito i lavoratori che cercano di tenere il passo con la domanda, quindi sento che il desiderio di creare opere originali si sta indebolendo."
Le sue parole disegnano un quadro preoccupante: la frenesia del mercato, che ogni stagione propone decine di nuove serie, sta logorando gli stessi animatori che dovrebbero alimentare la fiamma della creatività.
Non è un caso che studi come P.A. Works, noti per aver firmato titoli originali come Shirobako o Maquia, si trovino a difendere un terreno sempre più fragile. Le condizioni di lavoro, già storicamente dure, vengono aggravate da scadenze serrate e produzioni in serie, rischiando di allontanare i talenti più giovani e appassionati.
Eppure, all'orizzonte non mancano segnali di speranza: le piattaforme globali stanno iniziando a finanziare progetti originali, creando uno spiraglio che potrebbe bilanciare le logiche del profitto con quelle della creatività. La domanda resta aperta: l'industria saprà trovare un equilibrio tra le necessità del mercato e la vocazione artistica che l'ha resa grande?