In una nuova intervista rilasciata a La Stampa, il compositore Fabio Frizzi ha ricordato gli anni d'oro al fianco del regista Lucio Fulci, raccontando come gli USA e Quentin Tarantino lo abbiano spinto a tornare ad occuparsi di colonne sonore per il cinema horror.
Molti potrebbero conoscerlo semplicemente come il fratello del compianto Fabrizio Frizzi, ma i cinefili e soprattutto gli appassionati del cinema horror ricollegano Fabio Frizzi alle numerose composizioni musicali che hanno accompagnato una serie di grandi classici italiani, tra cui Febbre da cavallo, Fantozzi ed Il secondo tragico Fantozzi. Per quanto riguarda il genere dell'orrore, Frizzi è apprezzato e conosciuto per essere stato uno dei collaboratori storici di Lucio Fulci, per il quale ha composto le colonne sonore di cult quali Zombi 2, Paura nella città dei morti viventi e E tu vivrai nel terrore! L'aldilà. In seguito alla realizzazione delle musiche di Un gatto nel cervello, film che Fulci diresse nel 1990, Frizzi voltò pagina, come lui stesso ha raccontato a La Stampa: "Avevo voglia di nuove sfide. O forse era solo un bluff: quel tipo di cinema era in crisi, si faceva sempre meno. Mi sono rivolto al teatro, alla tv".
Insomma, all'epoca Fabio Frizzi si convinse che fosse ormai giunta la fine di un'era e che, specialmente in Italia, non ci fosse più spazio per quel genere di composizioni. Eppure, con l'avvento degli anni Duemila, Frizzi scoprì che dall'altra parte dell'oceano c'erano ancora tantissime persone amanti della filmografia di Fulci e quindi delle sue opere, tra cui anche un certo Quentin Tarantino che nel 2003 ha inserito nella colonna sonora di Kill Bill Vol. 1 un suo brano presente in Sette note in nero, diretto da Fulci nel 1977. "Ho scoperto che negli USA c'era un vero culto per lui e per le mie musiche", ha quindi raccontato il compositore al quotidiano italiano, aggiungendo: "Non solo la gente affolla i miei concerti ma sono tornato a comporre per il cinema. Puppet Master: Littlest Reich e Castle Freak sono dei remake e omaggi agli Anni 80. Mi hanno cercato proprio per ricreare quelle atmosfere".
Nel corso della medesima intervista, Frizzi ha raccontato che, prima dell'avvento dell'emergenza sanitaria, era stato protagonista di un fortunatissimo tour negli Stati Uniti: "A dicembre, in USA, avevo fatto una serie di concerti da tutto esaurito". Insomma, per l'artista italiano si tratta di una seconda vita vera e propria, arricchita anche dal suo libro Backstage di un compositore (ed. Graphofeel) e da un album che potrebbe vedere la luce a marzo e conterrà i suoi temi horror rivisitati in chiave acustica insieme a Riccardo Rocchi.