Una vera e propria crisi politica e culturale sta scuotendo l'Eurovision Song Contest, l'evento musicale più seguito d'Europa. La decisione dell'Unione europea di radiodiffusione (EBU) di ammettere la partecipazione di Israele all'edizione del 2026, nonostante le crescenti richieste di esclusione legate al conflitto in corso a Gaza, ha provocato un'ondata di proteste senza precedenti, ultime, in ordine di tempo, quelle di Nemo e Marco Mengoni.
Boicottaggio di massa: cinque paesi si ritirano
La reazione più clamorosa è arrivata dai Paesi che da mesi chiedevano l'esclusione di Israele. Le emittenti pubbliche di Spagna, Paesi Bassi, Irlanda, Slovenia e Islanda hanno annunciato il loro ritiro dall'edizione che si terrà a Vienna, motivando la scelta con la difficoltà di conciliare la partecipazione di Israele con i valori di inclusione e unità che il concorso dovrebbe rappresentare.
Questo boicottaggio, unito alle preoccupazioni espresse da altri Paesi come il Belgio e la Finlandia che stanno valutando un'azione simile, rappresenta un grave danno d'immagine e logistico per l'Eurovision, minandone la pretesa di essere un evento "culturalmente neutrale".
La protesta del vincitore: Nemo restituisce il Trofeo
A rendere il clima ancora più teso è stata l'inaspettata presa di posizione di Nemo, il cantante svizzero e vincitore dell'edizione del 2024. L'artista ha annunciato l'intenzione di restituire il trofeo conquistato, in segno di protesta contro la decisione di ammettere Israele.
In una dichiarazione rilasciata sui suoi canali social, Nemo ha spiegato le sue motivazioni: "L'Eurovision si definisce simbolo di unità, inclusione e dignità per tutti... Tuttavia, la continua partecipazione di Israele, durante quello che l'ONU ha definito un genocidio, dimostra un chiaro conflitto tra questi ideali e le decisioni prese dall'EBU". Un gesto simbolico che mira a sottolineare il divario inaccettabile tra i valori celebrati sul palco e le azioni intraprese fuori.
Marco Mengoni: "La musica ha una parte politica"
Anche l'Italia ha visto una forte presa di posizione da parte di un suo ex rappresentante. Il cantante Marco Mengoni, quarto classificato all'Eurovision 2023, ha espresso totale solidarietà ai Paesi che hanno deciso di ritirarsi, ponendo l'accento sul ruolo politico dell'arte. "Come essere umano, sto con la Spagna," ha dichiarato Mengoni, riferendosi al boicottaggio spagnolo. "È un messaggio molto forte e necessario, perché la situazione è assurda. La musica ha una parte politica. Scrivo, parlo e canto di emozioni, sensazioni, di esseri umani. È chiaro che devo dire quello che penso".
La sua dichiarazione rafforza la convinzione che, di fronte alle emergenze umanitarie, gli artisti non possano e non debbano restare in silenzio. La crisi in atto pone seri interrogativi sul futuro dell'Eurovision e sulla sua capacità di mantenere la facciata di evento apolitico di fronte a eventi di portata internazionale, soprattutto dopo aver escluso prima la Russia e poi la Bielorussia per motivi legati all'invasione dell'Ucraina