Emanuela Orlandi è scomparsa da casa il 22 giugno del 1983. La ragazza è svanita nel nulla, tutte le tracce seguite in questi anni non hanno dato risultati. La storia di Emanuela è al centro della docuserie The Vatican Girl.
Chi era Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi nasce il 4 gennaio del 1968 a Roma. Figlia di Ercole, dipendente della Prefettura della casa pontificia, risiedeva con i genitori all'interno dello Stato del Vaticano. Al momento della scomparsa aveva 15 anni frequentava il liceo scientifico, presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II e prendeva lezioni di musica.
La scomparsa di Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi è scomparsa il 22 giugno del 1983. Quel giorno si era recata a lezione di musica attorno alle 16 e ne uscì alle 18:45. Da una cabina telefonica telefonò alla sorella maggiore Federica scusandosi per il ritardo all'appuntamento che avevano preso. La ragazza disse che l'autobus non passava, le raccontò di aver perso tempo perché un uomo le aveva proposto un lavoro di volantinaggio durante una sfilata di moda per una ditta di cosmetici.
Questo è stato l'ultimo contatto di Emanuela Orlandi con una persona della famiglia. La ragazza, insieme con due compagne del corso di musica, Maria Grazia e Raffaella si avviò alla fermata del pullman. Intorno alle 19:30, le due ragazze salirono su due autobus diversi dirette a casa. Raffaella dichiarò che Emanuela non salì sul mezzo pubblico, perché troppo affollato, dicendo che avrebbe atteso quello successivo. Da questo momento, della ragazza si persero le tracce.
La ricerca di Emanuela Orlandi
Quando Emanuela Orlandi non rincasò, il padre Ercole cominciò insieme al figlio Pietro delle ricerche presso la scuola di musica e nelle zone circostanti. Poi andò a denunciare la scomparsa al Commissariato "Trevi". Il personale gli disse di aspettare ancora qualche ora, la denuncia fu formalizzata la mattina seguente dalla sorella Natalina.
La notizia della scomparsa della ragazza fu pubblicata su Il Tempo e Il Messaggero il 24 giugno. Alla famiglia arrivarono diverse telefonate di persone che affermarono di aver visto Emanuela. Un ragazzo, di nome Pierluigi, telefonò più volte dicendo che, insieme alla sua fidanzata, aveva incontrato a Campo dei Fiori due ragazze, una delle quali vendeva cosmetici, aveva con sé un flauto e diceva di chiamarsi "Barbara". Pierluigi rivelò che questa ragazza si rifiutò di suonare lo strumento perché non voleva indossare gli occhiali da astigmatica. La telefonata fu ritenuta veritiera dai parenti della Orlandi, Emanuela suonava il flauto e si vergognava di indossare gli occhiali. Pierluigi, chiamò diverse volte, ma si è sempre rifiutato di incontrare la famiglia Orlandi
Il fratello di Emanuela ed alcuni amici scoprirono che una giovane simile alla ragazza scomparsa, era stata vista parlare con un uomo sia da un agente della Polizia di Stato, sia da un vigile urbano in servizio davanti al Senato. Quest'ultimo affermò che la ragazza era in compagnia di un uomo alto circa 1,75 m. Non si è mai accertato che la ragazza fosse Emanuela. Riguardo l'offerta di lavoro fatta ad Emanuela, poche ore prima della scomparsa, la ditta di cosmetici non aveva nulla a che vedere con l'offerta di lavoro.
La pista Turca e il legame con l'attentato a Giovanni Paolo II
Un mese dopo la sparizione di Emanuela, Papa Giovanni Paolo II, durante l'Angelus rivolse un appello ai rapitori affinché la ragazza fosse lasciata libera, confermando l'ipotesi di rapimento. Qualche giorno dopo un uomo, soprannominato dai media l'Amerikano, chiamò nella sala vaticana dicendo di tenere in ostaggio Emanuela, la ragazza sarebbe stata rilasciata in cambio della liberazione di Mehmet Ali Ağca, l'uomo che aveva sparato al Papa due anni prima. L'attentatore faceva parte dei Lupi Grigi, un movimento estremista nazionalista turco.
Anche questa pista non si concretizzò, l'identità dell'Amerikanò non è mai stata scoperta. Tutte le piste si sono rivelate dei buchi nell'acqua. Nell'ottobre del 2015 il GIP, su richiesta della Procura e per mancanza di prove consistenti, archiviò l'inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi.
L'inchiesta di Emiliano Fittipaldi e il legame con la Bada della Magliana
Nel settembre 2017 il giornalista Emiliano Fittipaldi, autore di due libri riguardanti il Vaticano, pubblicò, Gli impostori, in cui asseriva di essere stato in possesso di un documento di rendicontazione di spese sostenute dalla Città del Vaticano tra le quali figuravano delle voci relative all'allontanamento dalla città della ragazza e alla gestione della vicenda Orlandi. Il documento gli sarebbe stato rubato nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2014.
Il Vaticano, per dimostrare la sua volontà di collaborare alle indagini, autorizzò le analisi del DNA su alcune ossa ritrovate durante il restauro della Nunziatura Vaticana. Queste, però, non coincidevano con il DNA di Emanuela Orlandi. In tutti questi anni, tutte le piste che si sono seguite si sono rivelate dei vicoli ciechi, compresa quella del rapimento della banda della Magliana. I malviventi avrebbero rapito la ragazza per ottenere la restituzione del denaro investito nello IOR attraverso il Banco Ambrosiano.