Chiunque visiterà il castello di Dracula, in Romania, riceverà un vaccino omaggio. L'iniziativa, annunciata tramite Facebook, punta così ad incentivare il turismo e la vaccinazione in un Paese i cui abitanti sono tra i meno propensi a vaccinarsi dell'Europa centrale.
Quando è trascorso oltre un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria mondiale, il peggio sembra essere passato grazie alla diffusione dei vaccini, seppur con quantità di somministrazioni e tempistiche differenti tra una Nazione e l'altra. E se negli Stati Uniti si punta a vaccinare il 70% della popolazione entro luglio, in Romania è stato annunciato che tutti coloro che visiteranno il castello di Dracula riceveranno un vaccino omaggio. Un'iniziativa particolare tramite la quale si vuole incentivare la campagna vaccinale e allo stesso tempo il turismo e le attività culturali. La maratona di vaccini Pfizer è stata annunciata direttamente du Facebook dall'account del castello situato in Transilvania.
Il castello è diventato una popolare attrazione turistica e chi lo visiterà potrà farsi vaccinare senza appuntamento, come riporta il post sui social, nel quale si legge anche che "tutti i beneficiari riceveranno un attestato di coraggio e, se sceglieranno di visitare il Castello, avranno libero accesso alla Mostra degli strumenti medievali di tortura". Completato nel 1388, il castello si trova fuori dalla città di Brasov. Assomiglia al castello abitato dal conte Dracula, il personaggio principale del celebre romanzo dell'autore irlandese Bram Stoker, pubblicato nel 1897. Si pensa che Dracula sia stato ispirato dal sanguinario sovrano del XV secolo Vlad III di Valacchia, comunemente noto come Vlad l'Impalatore, che ordinò la brutale tortura e l'uccisione di decine di migliaia di persone durante il suo regno.
Ricordiamo che la Romania ha registrato più di un milione di casi di Covid ed oltre 29mila decessi. Ad aprile, un sondaggio della società di consulenza Globsec ha rilevato che gli intervistati rumeni erano quelli meno propensi a vaccinarsi tra le persone intervistate in dieci paesi dell'Europa centrale ed orientale.