L'UltraPop Festival ha proposto un interessante panel dedicato alla situazione delle donne nel settore cinematografico e televisivo durante il quale la sceneggiatrice Isabella Aguilar, la regista Lyda Patitucci e la critica cinematografica Marina Pierri hanno offerto il proprio punto di vista sulla tematica.
Il dibattito ha portato alla luce una realtà in evoluzione e che, in particolare per quanto riguarda i progetti destinati al piccolo schermo, sembra orientata verso un cambiamento in positivo.
L'appuntamento Il cinema e le donne: scrittura e rappresentazione del femminile ha permesso a Isabella Aguilar di raccontare come anche in passato ci sia stato spazio per la rappresentazione di donne forti e determinate: "Rossella O'Hara è una protagonista femminile che distanzia molte protagoniste anche attuali. Sono cresciuta con il mito di questa protagonista che a complessità mette in ombra molti dei personaggi maschili dell'epoca e anche attuali".
Per quanto riguarda le sue esperienze nel campo della sceneggiatura in un ambiente ancora in mano prevalentemente agli uomini, la sceneggiatrice di The Place ha dichiarato: "Ho sofferto quando mi hanno offerto un lavoro solo perché c'erano personaggi femminili e volevano un "tocco femminile", è offensivo. Se sei un buon osservatore non c'entra essere uomo o donna per scrivere bene. Secondo me la vera misoginia è cercare solo personaggi femminili perfetti: la madre perfetta, la moglie perfetta... Secondo me bisognerebbe superare le idee delle quote rosa, delle differenze, e pensare in termini di bravura".
Lyda Patitucci ha invece sottolineato: "C'è una trasformazione dei personaggi femminili e del modo di rappresentare le donne nel corso degli anni, seguendo anche il ruolo della donna nella società che si sta liberando da certi schemi e caselle dove spesso viene inserita". La regista ha voluto condividere anche qualche dettaglio della sua esperienza personale: "Per molti anni ho avuto difficoltà nel trovare personaggi femminili in cui identificarmi nei film e nelle serie tv, anche se non c'era alcuna difficoltà nell'identificarmi in quelli maschili, mentre gli uomini alle volte non ci riescono".
La critica Marina Pierri ha invece posto l'attenzione su una potenziale conseguenza negativa del tentare di raggiungere "la parità" per quanto riguarda la rappresentazione delle donne: "Ora si rischia di portare sugli schermi un eccesso di empowerment, proporre l'immagine di una donna non può commettere errori, sbagliare".
La situazione degli spazi per le donne nel settore cinematografico e televisivo sta però migliorando, come ha dichiarato Isabella: "Nel mondo delle sceneggiatura sta aumentando il numero di donne, lo si nota, mentre tra le registe, anche se sta cambiando qualcosa, si è ancora un po' indietro". Le sue parole sono state confermate da Lyda: "Ho iniziato a lavorare più o meno nello stesso periodo di Isabella e solo dopo 10 anni inizio ad avere più lavori, ci sono ancora troppi ostacoli, ma si sta iniziando a capire che bisogna fare gruppo anche tra noi donne".
In particolare il settore televisivo sembra permettere di dare maggior spazio alle donne grazie a un pubblico più evoluto e alla possibilità di sperimentare più facilmente. Nel cinema, invece, dovrebbe avvenire un cambiamento quasi sistemico.
Marina Pierri ha inoltre spiegato che in Italia è più complicato avere dei numeri precisi, dati e statistiche per quanto riguarda le donne che lavorano nel settore dell'intrattenimento, oltre a ricordare che si porta ancora avanti in molti casi un concetto problematico: "Tante persone ragionano pensando alla logica della scarsità del potere, se lo concedo ad altri rischio di perderlo, ostacolando quindi potenziali collaborazioni".
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