Dakota Johnson è arrivata al Festival di Cannes per presentare il film Splitsville diretto da Michael Angelo Covino e, in occasione dell'evento Kering Women in Talk, la star ha parlato dei motivi per cui ha voluto mettersi alla prova anche come produttrice.
L'attrice ha infatti spiegato che essere attiva in prima persona nella realizzazione dei film è un'esigenza nata dal desiderio che il settore compia dei passi in avanti e ci siano dei miglioramenti.
Lo shock durante la visione dei suoi film
Parlando della sua esperienza personale, Dakota Johnson ha raccontato: "Voglio qualcosa di più dalla mia esperienza come artista. Ho così tanta voglia di più dialogo, creatività e collaborazione".

La protagonista di Cinquanta sfumature di grigio ha aggiunto: "Come attrice, un paio di volte, mi sono ritrovata nella situazione in cui sono arrivata alla première di un film per vederlo la prima volta e ho detto: 'Wow. Quello non è ciò che pensavo stessimo facendo'. Quella è una cosa così strana da fare".
La sua esperienza personale l'ha quindi spinta a fondare la casa di produzione TeaTime Pictures, con delle idee ben precise: "Ci assicuriamo realmente che ogni persona nella troupe sappia cosa stiamo realizzando, in modo che tutti si sentano coinvolti. Lavorare ai film... Le ore sono lunghe ed è stancante, non è confortevole, non è bello. Quando ti senti realmente coinvolto in qualcosa, le persone sono più felici e lavorano meglio".
I problemi del settore cinematografico
Dakota ha poi ammesso che spera in futuro di compiere l'esordio come regista, ribadendo tuttavia che il settore cinematografico è complicato, come ha capito anche lavorando come produttrice: "Farci considerare in modo serio è stato davvero complicato ed è stato realmente triste e stupido. Penso di aver avuto una visione idealizzata di questo settore e di aver pensato che fosse pure magia. Vedere dietro le quinte in quel modo è stato semplicemente orribile e duro".
Johnson ha spiegato uno degli aspetti che l'hanno maggiormente delusa: "Alcuni professionisti che gestiscono gli studios non provano il desiderio di realizzare cose che siano diverse, rischiose, spaventose, pericolose, oneste, reali, umane e complicate. Quello è inoltre difficile perché come attrice ho voglia proprio di tutto ciò, e anche come membro del pubblico. Si tratta di una lotta costante. Ma siamo dei combattenti. Ce la caviamo. Lavoriamo davvero così duramente per raccontare le storie che amiamo".