Il cinema svizzero italiano al MIA

Investimenti, una nuova legge, professionisti e un territorio che in un'ora d'auto è capace di portare un set dai tropici al grande freddo: la Ticino Film Commission racconta una nuova opportunità per fare cinema italiano. Cinema svizzero italiano.

Il cinema svizzero italiano al MIA

Le opportunità di fare cinema in italiano all'estero, a pochi passi da casa, sono state al centro di una giornata di incontri a panel sul Cinema svizzero italiano nel corso della giornata di apertura del MIA, il Mercato Internazionale dell'Audiovisivo, in corso a Roma fino al 13 ottobre.

Il grande potenziale di una piccola regione

Da dieci anni la Ticino Film Commission crea occasioni per fare cinema sul territorio. Offre competenze, tesse relazioni e struttura processi, collaborando a rendere sempre più solida e attrattiva l'industria cinematografica di una piccola regione (350 mila abitanti in un'area grande quanto la provincia di Bergamo) con un grande potenziale. Potenziale che nel 2024, grazie alla revisione delle legge sul cinema (LCin), potrà esprimersi anche grazie agli investimenti dei colossi dello streaming, chiamati a investire il 4% dei loro profitti generati in Svizzera nel cinema indipendente nazionale. Milioni di franchi destinati alle produzioni svizzere e alle co-produzioni con Paesi terzi, ad esempio l'Italia.

La stessa lingua, la stessa professionalità, un'altra opportunità

A meno di un'ora d'auto da Milano il Ticino è un territorio cinematografico largamente inesplorato in grado di accogliere produzioni italiane, con cui condivide la lingua, in cerca di location, collaborazioni, co-produzioni, professionalità e finanziamenti. Tra villaggi alpini sospesi nel tempo, poli industriali e location naturali mozzafiato, la Svizzera italiana da decenni investe nella produzione audiovisiva, formando professionisti di primo livello e creando i presupposti per collaborazioni in grado di offrire alle produzioni italiane soluzioni a un passo da casa. Professionisti come i protagonisti della pubblicazione della Ticino Film Commission Cinema svizzero italiano, presentata al MIA di Roma, tra le cui pagine raccontano le loro esperienze di "set ticinese" Carlo Cresto-Dina (Tempesta Film), Leonardo Pieraccioni e Emanuele Savoini (Cattleya). (scarica qui il pdf della pubblicazione).

Svizzera-Italia, Italia-Svizzera

In mattinata, nel bellissimo contesto di Villa Maraini, sede dell'Istituto Svizzero Italiano, sono stati presentati tre progetti di coproduzione fra Italia e Svizzera: la serie crime Alter Ego di Erik Bernasconi e Robert Ralston, prima serie nazionale firmata RSI insieme a Amka Films in fase di post-produzione con Gian Marco Tognazzi nel ruolo del detective protagonista, Giorgia Würth, Bruno Todeschini e Anna Pieri Zuercher; la serie TV Lugano Connection, del ticinese Fulvio Bernasconi e del romano Tommaso Matano, che racconta la storia vera del primo poliziotto svizzero infiltrato nel narcotraffico boliviano, in fase di sviluppo; e il film Body Odyssey di Grazia Tricarico, co-produzione Revok Film e Amka Films che ha fatto scoprire il Ticino e la Svizzera a Roma, grazie anche al ruolo di ponte tra i due Paesi svolto dalla Ticino Film Commission.

Alter Ego, una serie thriller in sei puntate con Gianmarco Tognazzi, la cui lavorazione è conclusa, e di cui è stato mostrato il trailer, alla presenza di Erik Bernasconi e/o Robert Ralston (regista), Olga Lamontanara (produttrice). Lugano Connection, invece, è una in corso di sviluppo, presentata da Elena Tatti (produttrice), Fulvio Bernasconi (regista, sceneggiatore), Tommaso Matano (sceneggiatore). Passando al cinema, il terzo progetto presentato è stato Body Odyssey di Grazia Tricarico, una co-produzione Italia-Svizzera di Revok-Film e Amka Films in uscita presto; presente il produttore italiano Donatello Della Pepa e le produttrici svizzere Michela Pini e Olga Lamontanara, insieme alla regista Grazia Tricarico

"In Svizzera abbiamo trovato un numero di location impressionante - ha raccontato la regista Grazia Tricarico - che hanno fatto da sfondo a uno scambio artistico, professionale ma soprattutto umano; un riconoscimento l'uno nell'altro che inevitabilmente si ritrova in ogni fotogramma del film". "Avendo una protagonista svizzera, Jacqueline Fuchs - ha aggiunto il produttore Donatello Della Pepa - abbiamo voluto trovare una sponda svizzera, che si è rivelata fondamentale; non eravamo uniti dalla lingua, ma dal bisogno di costruire un non-luogo che rispecchiasse l'idea di perfezione estetica artificiale di Mona, la bodybuilder protagonista di Body Odissey".

Il panel

Nel corso del pomeriggio invece, al Cinema Barberini, si è tenuto il panel dedicato proprio al Cinema svizzeroitaliano. Dopo i saluti di Niccolò Castelli, direttore della Ticino Film Commission, e di Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, sono intervenuti Patrizia Pesko (Ufficio Federale della Cultura, Svizzera), Alessandro Marcionni (RSI Radiotelevisione Svizzera / SRG SSR), Michela Pini, produttrice svizzera (Cinéddoké e Amka Film) e Tommaso Arrighi, produttore italiano (Mood Film).