Cinema: monta la protesta dei lavoratori dello spettacolo per la chiusura, in Alto Adige restano aperti

I lavoratori dello spettacolo si uniscono nella protesta contro la decisione del Governo di chiudere cinema e teatri fino al 24 novembre, mentre l'Alto Adige decide di lasciarli aperti.

Il mondo dello spettacolo italiano in subbuglio dopo la decisione del governo di chiudere cinema e teatri fino al 24 novembre per fronteggiare l'emergenza sanitaria. Mentre sale la protesta, l'Alto Adige legifera in maniera indipendente e li lascia aperti.

L'ultimo Dcpm emanato ieri ha lasciato senza fiato gli operatori del settore culturale. La chiusura forzata fino al 24 novembre rischia il fallimento di molte imprese e lascia a casa centinaia e centinaia di lavoratori dopo gli investimenti per mettere in sicurezza sale cinematografiche e teatri durante l'emergenza sanitaria.

Mentre in rete si moltiplicano le petizioni per invitare Giuseppe Conte e il governo a rivedere la propria posizione, lavoratori del settore e artisti firmato una lettera aperta rivolta al Ministro della Cultura Dario Franceschini e allo stesso Conte che vede etra i firmatari 100 Autori, Afic, Anac, Casa del Cinema di Roma, Fice, Sngci, Sncci, Gianni Amelio, Pupi Avati, Marco Bellocchio, Francesco Bruni, Massimiliano Bruno, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo, Paolo Taviani, Enrico Vanzina, Paolo Virzì. Nella lettera si contesta la decisione di chiudere i luoghi dello spettacolo, rivendicando il ruolo di bene primario della cultura:

"Nell'attuale situazione sanitaria, di cui siamo ben consapevoli come cittadini e operatori del nostro settore, capiamo che la salute è un bene primario da tutelare ad ogni costo. Sappiamo però altrettanto bene che la cultura è un bene altrettanto primario e che azzerarne oggi una parte fondamentale come quella dello spettacolo è un'azione a nostro avviso priva di logica e utilità. È comprovato infatti che tra le attività di socializzazione, grazie proprio ai severi protocolli sanitari che dallo scorso maggio regolano le proiezioni e gli spettacoli, Cinema e Teatri sono i luoghi più sicuri, dove non si sono registrati casi di contagio. Lo testimoniano i dati forniti ancora di recente dall'Agis, le centinaia di proiezioni svoltesi in sicurezza alla Mostra del cinema di Venezia e ancora, proprio in questi giorni, che hanno coinciso con una preoccupante crescita di nuovi contagi, alla Festa del Cinema di Roma dove non sono stati registrati focolai".

Il ministro Dario Franceschini risponde alle proteste con un tweet in cui scrive: "Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura".

Ma le star non ci stanno e si moltiplicano gli appelli sociali di attori e registi, tra cui Claudio Santamaria, Gabriele Muccino e Pierfrancesco Favino, che esprimono la loro contrarietà alle scelte del governo.

Nel frattempo l'Alto Adige opta per restrizioni diverse da quelle nazionali. Arno Kompatscher, il presidente della provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, ha firmato un'ordinanza con misure di contemimento alternative: i cinema possano continuare ad essere aperti, ma con una capienza massima di 200 persone, così come potranno svolgersi gli spettacoli e le manifestazioni all'interno di teatri e sale da concerto.