Da diversi mesi i cinema sono chiusi a causa dell'emergenza sanitaria, ma un cinema di Fiorano ha aperto al pubblico per la proiezione su schermo della messa in diretta e questo ha sollevato comprensibili polemiche. Il parroco della Chiesa di San Giovanni Battista ha replicato a queste critiche sostenendo che il DCPM vieta le attività cinematografiche e teatrali, non le funzioni religiose.
In breve tempo, l'immagine di decine e decine di persone in sala per assistere in diretta alla messa ha fatto il giro dei social e ha infastidito il mondo dei lavoratori dello spettacolo. Immediata la risposta di Don Antonio Lumare, parroco della chiesa: "Il Dpcm vieta le attività cinematografiche e teatrali e noi non abbiamo fatto né l'una né l'altra. Quella sala non viene più utilizzata come cinema da 13 anni, non abbiamo neanche più la licenza. Semplicemente l'abbiamo impiegata come salone perché non sapevamo come mettere al riparo i fedeli. Ovviamente non volevamo fare un affronto a nessuno".
Don Antonio Lumare ha continuato così in occasione di un'intervista con Repubblica Bologna: "Ho sentito alcuni parroci delle chiese limitrofe, anche loro hanno utilizzato i saloni. E per il momento non sono arrivate richieste di chiarimenti". Secondo il parroco tutte le normative sono state rispettate e al pubblico di fedeli è stato garantito il distanziamento oltre a una corretta igienizzazione. Il sacerdote, inoltre, sostiene che, a fronte di una capacità di oltre 400 persone, la sala non ne ha mai ospitate più di 70.
Anche il sindaco del comune modenese, Francesco Tosi, ha provato a spegnere la polemica e ha dichiarato: "Il locale è un cinema ma, da tempo, non viene più utilizzato come un cinema. All'interno dell'immobile sono state utilizzate tutte le misure di sicurezza che vengono applicate all'interno di una chiesa. Il fatto che anche le attività teatrali possano essere riprese in sicurezza è un altro argomento da valutare e su cui potrei essere d'accordo. Sono due cose separate".