Con un comunicato diffuso ieri, 5 aprile 2021, il Ministro della cultura Dario Franceschini ha annunciato l'abolizione della censura cinematografica in Italia, una svolta storica dopo anni di roventi polemiche contro le opere ritenute "scandalose" dalla commissione preposta.
"Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti" si legge nel comunicato diffuso dopo che Franceschini ha firmato il decreto che di fatto abolisce la censura e istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori.
Un intervento ai sensi della Legge Cinema che introduce il sistema di classificazione e supera definitivamente la possibilità di censurare le opere cinematografiche: non è più previsto il divieto assoluto di uscita in sala né di uscita condizionata a tagli o modifiche. La Commissione è presieduta dal Presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, ed è composta da quarantanove componenti provenienti dal settore cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi connessi alla tutela dei minori o nella comunicazione sociale, nonché designati dalle associazioni dei genitori e dalle associazioni per la protezione degli animali.
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Tra le vittime illustri della censura italiana, grazie alle leggi potenziate dal fascismo, le opere di Pier Paolo Pasolini, ma anche la condanna con distruzione delle bobine di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, i capolavori di Luchino Visconti Senso e Rocco e i suoi fratelli, Il grido di Michelangelo Antonioni, e il sequestro de Il pap'occhio" di Renzo Arbore, ma anche commedie quali Totò e i re di Roma di Steno e Mario Monicelli, Totò e Carolina di Mario Monicelli e Le avventure di Giacomo Casanova di Steno.