Il caso di Nicola Di Paolo: la scomparsa, le accuse alla moglie, i processi

Nicola Di Paolo è scomparso nel luglio del 2007: il suo corpo non è mai stato trovato ma la moglie è l'amante sono stati accusati del suo omicidio.

Nicola Di Paolo è scomparso a Larino il 20 luglio del 2007: il suo corpo non è mai stato trovato ma la moglie e l'amante sono stati condannati nel corso di due processi indiziari che sono stati poi annullati dalla Cassazione. Ripercorriamo il caso della scomparsa del manovale, le accuse a sua moglie Anna Vincelli e al suo amante.

La scomparsa di Nicola Di Paolo e l'eredità di sua moglie

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Una foto di Nicola Di Paolo

La puntata di stasera di Un giorno in Pretura si occuperà del caso di Nicola Di Paolo, il manovale di Larino scomparso nel nulla il 20 luglio del 2007: da quella sera in paese nessuno lo ha più visto e all'inizio molti pensano che si sia allontanato di sua spontanea volontà. Il muratore è sposato con Anna Vincelli, i due litigano spesso anche per problemi economici ma quella sera sono andati a vedere un appartamento che la moglie ha ereditato dalla sua datrice di lavoro. Nicola è contento, pensa che i problemi economici possano essere superati perché la moglie ha ereditato anche una somma di denaro. Nel frattempo però la Vincelli ha iniziato una relazione con Domenico Ciarlitto, un inserviente dell'Ospedale di Larino. Non è chiaro se Nicola sia al corrente della relazione extraconiugale di Anna, ma è certo che le amiche di lei ne sono a conoscenza.

Le telefonate e gli sms tra Anna Vincelli e l'amante, Domenico Ciarlitto

Anna Vincelli Domenico Ciarlitto
Anna Vincelli e Domenico Ciarlitto

Prima di recarsi a vedere la casa ereditata la coppia litiga sia a casa loro che a casa dei genitori di lui. Quando si recano all'appartamento un testimone li vede affacciati alla finestra e poi vede due tapparelle chiudersi contemporaneamente, come se i due coniugi cercassero un poco d'intimità. Dalle 22:30 Anna Vincelli e il suo amante si scambiano sms e telefonate. La Procura ha un dubbio: Nicola Di Paolo è definito "geloso e possessivo", sembra impossibile che la moglie possa chiamare l'amante in sua presenza. Gli inquirenti pensano che a quel punto Di Paolo è già stato ucciso o gli orari non combaciano, infatti durante le indagini scoprono che gli amanti usano per chiamarsi due schede telefoniche sconosciute a tutti. Per gli investigatori un altro mistero è la telefonata partita da una cabina telefonica pubblica vicino alla casa della vittima: il Procuratore Generale Di Ruzza sostiene che questa telefonata è un depistaggio dei due amanti. La moglie infatti ha sempre detto che il marito è uscito di casa dopo una telefonata dicendo "esco un attimo, torno subito". Secondo i tabulati telefonici quella sera il Ciarlitto si trova a Larino, il suo telefono si è attaccato ad una cella del paese, inoltre per il Procuratore è anomala la circostanza che dopo che Di Paolo esce di casa i due amanti smettono improvvisamente di chiamarsi e inviarsi messaggi.

L'ipotesi accusatoria

Anna, secondo il Procuratore Di Ruzza, ha raccontato numerose menzogne per nascondere "il delitto efferato del marito". Il procuratore sostiene che Nicola Di Paolo "non uscirà mai vivo, e mai da solo da quell'appartamento" e che la Vincelli ha mentito sugli orari perché: "è responsabile dell'omicidio del marito". Anna ha mentito su altre circostanze: ha detto che quando è uscito il marito è tornata a dormire mentre ci sono i tabulati telefonici che la smentiscono. La mattina dopo la moglie non allarma nessuno della scomparsa del marito, nessun familiare diretto di Nicola sa che l'uomo non è tornato a casa. Anna ha istruito le figlie e altre persone sulla storia da raccontare agli inquirenti, il tutto viene ascoltato tramite intercettazioni ambientali dagli investigatori. Per questo e altri motivi gli inquirenti non credono che Nicola sia sparito volontariamente e accusano la donna di omicidio.

Le condanne e la revisione del processo

Anna Vincelli e il suo amante Domenico Ciarlitto subiscono due processi: la moglie viene condannata a 14 anni per l'omicidio di Nicola Di Paolo mentre Ciarlitto a un anno per favoreggiamento. Dopo i due gradi di giudizio la Cassazione decide di ripetere il processo obbligando i giudici ad ascoltare tre testi che in Aula non erano mai comparsi. Il tribunale di Salerno sarà l'ultima fase di un lungo percorso giudiziario.

Le dichiarazioni di Raffaele Di Paolo, il padre della vittima

Raffaele Di Paolo
Il padre di Nicola Di Paolo

Raffaele Di Paolo, padre della vittima, durante una trasmissione a TeleMolise ha dichiarato: "Io voglio sapere dove sta mio figlio. Cerchiamo una risposta dalla legge. Noi, anche nel piccolo, che indagini possiamo fare?". Raffaele ha detto che suo figlio Nicola è morto: "Non perdiamo tempo. Se fosse ancora vivo mi avrebbe chiamato migliaia di volte".