Solidarietà tra colleghi. Dal FIPILI Horror Festival, che lo ha visto ospite in duplice veste di conferenziere e di giurato, Carlo Lucarelli ha criticato la notizia della censura delle scuole americane nei confronti dei romanzi di Stephen King, dicendosi contrario ai divieti.
"L'Italia dovrebbe essere lontana da questi comportamenti, ma in realtà una situazione simile si è verificata qualche anno fa, quando è stato stilato un indice dei libri proibiti" ha ricordato Lucarelli. "Gli Stati Uniti sono a un passo dal rogo in piazza dei libri, ma è così da sempre. Quando ero piccolo i gialli erano considerati una perdita di tempo, erano i cattivi maestri, 'Se li leggi poi fai quelle cose anche tu' mi dicevano. La stessa cosa prima si diceva dei fumetti. Io ammazzo la gente, ma solo sulla carta. Tutto sommato mi sembra di essere venuto su bene".
Parlando delle nuove generazioni, lo scrittore ha aggiunto: "Le mie figlie, che hanno 14 anni, hanno visto tantissimo horror, spesso sono io a dover chiudere gli occhi di fronte a certe serie che guardano. Ma sono contro i divieti, non credo che vada proibito niente, l'importante è seguire i tuoi figli, stargli accanto. Ma io sono per non proibire niente. Se seguissimo questo ragionamento andrebbe proibito Il padrino per come affronta il tema della mafia, ma ti priveresti di un capolavoro. Allora cosa fai, togli tre quarti del cinema mondiale e lo butti via?"

I "cattivi" maestri di Lucarelli
La notizia della censura ai danni di Stephen King da parte di molte scuole americane ha colpito Carlo Lucarelli, anche se l'autore non annovera il Re del Brivido tra i suoi maestri.
"L'autore che più mi ha influenzato in assoluto è Giorgio Scerbanenco, il primo che ho letto ed è colui che mi ha fatto capire che nella vita volevo fare quello" ha detto. "Poi c'è stato James Ellroy che mi ha fatto conoscere una via diversa, inoltre non posso non citare i miei colleghi e amici contemporanei, visto che siamo un gruppo. Inoltre devo citare i fumetti che ho letto da piccolo. Le cose che leggevo sul Corriere dei Piccoli mi facevano una paura bestiale. Per quanto riguarda il cinema Profondo rosso ha rappresentato una svolta. Quando l'ho visto avevo 14 anni, mi mi ha fatto provare una paura nuova, diversa dall'horror classico".
Nel mettere a frutto gli insegnamenti dei suoi modelli, Lucarelli ha scritto uno dei suoi romanzi che poi ha deciso di portare sullo schermo dirigendolo personalmente. Un'esperienza che non ha intenzione di ripetere.
"Girando L'isola dell'angelo caduto ho imparato poche cose, ma che mi sono servite. Ho imparato come si fa un film, come si mette in scena la parola scritta. Ne è venuto fuori qualcosa che mi piaceva, ma che non è stato accolto come sperato. Il film è sparito, non saprei neanche come trovarlo".