Cannes 2020, Spike Lee: "Sono d'accordo al 100% sulla scelta di posticiparlo, la gente sta morendo"

Spike Lee, presidente della Giuria di Cannes 2020, ha commentato l'annuncio che il Festival è stato rimandato.

Spike Lee ha commentato la scelta di posticipare Cannes 2020, festival di cui dovrebbe essere il Presidente della Giuria, approvando le decisioni degli organizzatori del festival cinematografico. Il filmmaker è stato contattato da Variety per parlare della situazione causata dall'emergenza Coronavirus poco dopo l'annuncio diffuso online.

Spike Lee ha quindi dichiarato: "Sono d'accordo al 100% con Thierry e il Festival di Cannes. Il mondo è cambiato e sta facendolo ogni giorno. Le persone stanno morendo e il presidente francese ha detto, più volte, sto parafrasando 'Siamo in guerra'. Stiamo affrontando un periodo come se lo fossimo".
Il regista ha proseguito: "Le cose che amiamo devono essere messe in secondo piano: i film, la tv, gli sport, l'NBA, il baseball. Così tante cose sono state cancellate e sono d'accordo con questa mossa".

Lee ha assicurato che sarebbe disposto a partecipare se il Festival di Cannes fosse posticipato: "Non dimentichiamoci che è il festival cinematografico più grande al mondo, il palcoscenico più grande per il cinema e io sarò il primo presidente della giuria afroamericano. Non posso fingere di sapere cosa accadrà domani. Tutti devono pregare, inginocchiarsi, pregare, usciremo da questa situazione, troveremo un vaccino, ci rialzeremo fisicamente, emotivamente e dal punto di vista finanziario in tutto il mondo. Non è uno scherzo. Non è un film. Le persone stanno morendo".

Berlino 2016: Spike Lee durante la conferenza di Chi-Raq
Berlino 2016: Spike Lee durante la conferenza di Chi-Raq

L'artista vive a Brooklyn e sta trascorrendo il tempo a casa con la sua famiglia: "Stiamo facendo ciò che tutti stanno provando a fare: stare insieme, volerci bene e semplicemente cercando di superare la situazione". Spike ha poi criticato la situazione negli Stati Uniti causata dalla mancanza dei test che potrebbe causare una rapida diffusione del virus: "Le persone stanno venendo mandate a casa. La gente viene licenziata. C'è chi non sa quando verrà pagata, come riusciranno a vedere i loro figli. Quando la scuola chiuderà, chi si prenderà cura dei loro bambini? Tutto questo è folle".

Spike ha poi attaccato Donald Trump: "Vorrei dire questo: vorrei che la smettesse di definirlo il 'virus cinese'. Il presidente degli Stati Uniti deve smetterla di definirlo così. Per favore la smetta! Sta mettendo gli americani di origine asiatica a rischio in questa nazione. Non c'è nessuno intorno a lui che gli dica 'Non può più dirlo'? Non sta aiutando per niente. Spero che il suo staff lo capisca".