
È ormai praticamente sicuro che il Festival di Cannes 2020, prevista dal 12 al 23 maggio, sarà annullata, ma a questi rumor il festival ha risposto ancora una volta temporeggiando e facendo sapere che una decisione ufficiale sarà presa tra un mese.
La testata francese Le Point, riportando le seguenti dichiarazioni di un membro del consiglio d'amministrazione della kermesse, dice: "Sarà molto difficile, se non impossibile, selezionare film provenienti dalla Cina, dalla Corea, dall'Iran, dall'Italia e senza dubbio da cinquanta altri paesi, sapendo che gli attori e i registi non potranno fare la trasferta. Non sarà permesso proiettare film in una sala di 2000 posti, e il minimo allarme spaventerà i festivalieri. E che dire di Spike Lee, presidente della giuria? Hollywood è notoriamente sensibile alle questioni di igiene, quindi non ce lo vedo a passare due settimane in mezzo a una folla il cui stato di salute è incerto."

Le Point ha spiegato inoltre che gli sponsor principali del Festival di Cannes 2020 sarebbero restii ad approvare un'edizione che quasi sicuramente, anche se col via libera delle autorità, sarebbe poi interrotta in corso d'opera, dato che le misure restrittive in Francia continuano ad evolversi in maniera drastica. Loro preferirebbero saltare un'edizione, ipotesi che il presidente Pierre Lescure non ha escluso poiché le finanze della manifestazione lo consentirebbero senza troppi danni economici.
Più difficile un rinvio, poiché l'autunno ha già un calendario piuttosto pieno, anche a causa di Thierry Frémaux che, oltre a dirigere il Festival di Cannes, è anche direttore artistico del Festival Lumière, evento dedicato al cinema del passato che si svolge a Lione nel mese di ottobre. Ciononostante, pare che la decisione sarà comunicata solo il 16 aprile, in occasione della conferenza stampa di presentazione del programma. Un comportamento discutibile da parte del Festival di Cannes, che nelle ultime settimane ha continuato a sottolineare, via newsletter e immagini sui social, come tutto procedesse regolarmente. Tale atteggiamento è stato oggetto di critiche e battute da parte della stampa. In particolare, il critico cinematografico del Los Angeles Times, Justin Chang, ha ironizzato sulla creazione di una nuova sezione: la Quarantaine des Réalisateurs, ossia la quarantena dei registi.
Su Twitter, il Festival ha reagito commentando che non è stata presa nessuna decisione ufficiale, e che gli organizzatori continuano a valutare la situazione insieme alla città di Cannes e al CNC, principale organo cinematografico del paese. La decisione definitiva, come suggerito già nell'articolo di Le Point, arriverà tra circa un mese.