Il Festival di Cannes, la cui prossima edizione si svolgerà dall'8 al 19 maggio, ha fatto parlare di sé ieri grazie a un'intervista che il direttore artistico Thierry Frémaux ha concesso alla rivista Le Film Français, annunciando il divieto ufficiale dei selfie sul red carpet e l'abolizione di proiezioni anticipate per la stampa per determinati film del concorso ufficiale (quello delle 19 verrà mostrato ai giornalisti in contemporanea, quello delle 22 la mattina dopo).
Intervistato da Variety, Frémaux si è pronunciato su altri argomenti legati all'edizione 2018 del festival, ammettendo però anche che la succitata misura anti-selfie non è ancora del tutto chiara in termini di applicazione pratica. Sul tema delle donne e dell'iniziativa #MeToo, ha dichiarato che non ci saranno eventi specifici organizzati dal Festival stesso, ma sono previste discussioni ad opera di singoli paesi o organi istituzionali nel contesto del Marché du Film. Continua inoltre il progetto Women in Motion, in collaborazione con Kering, sul ruolo delle donne nell'industria cinematografica.
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Frémaux ha inoltre ribadito la modifica del regolamento per i film selezionati nelle due sezioni competitive, il concorso principale e Un Certain Regard: saranno ammessi solo lungometraggi per cui è prevista o contemplata una regolare uscita in sala sul territorio francese. Mancheranno quindi le produzioni di Netflix, ma questo non significa che il gigante dello streaming sarà per forza del tutto assente: "Ci siamo incontrati di recente a Parigi", ha detto Frémaux. "Il dialogo continua e sono sicuro che sarà fruttuoso. Loro non vedono l'ora di tornare a Cannes, e noi non vediamo l'ora di accoglierli."
Infine, sulla possibilità di includere progetti in realtà virtuale o serie TV nel programma, come accaduto lo scorso anno, il direttore del festival ha confermato la sua posizione ufficiale: titoli specifici, se realizzati da grandi registi, possono far parte della selezione, ma non verranno create sezioni apposite come in altri festival. "Cannes è un festival di CINEMA", sottolinea Frémaux.