Due autori francesi oggi si contendono la Palma d'Oro: da una parte il veterano Jean-Luc Godard e dall'altra Michel Hazanavicius, lanciatissimo dopo il successo e i riconoscimenti internazionali di The Artist. Con Goodbye to Language l'84enne Godard racconta la storia di una donna e di un uomo attraverso due incontri che avvengono a distanza di anni, ma esplora anche altri spunti di riflessione. Hazanavicius invece torna a lavorare con Bérénice Bejo che l'anno scorso ha vinto la Palma per la miglior interpretazione femminile con Il passato.
Stavolta l'attrice francese interpreta Carole, una volontaria che nella Cecenia devastata dalla guerra civile conosce un bambino di nove anni convinto di essere l'unico membro della sua famiglia ad essere sopravvissuto alla guerra. In realtà il piccolo Hadji, non sa che sua sorella lo sta cercando.
Il tema della guerra viene ripreso anche nel documentario Of Men and War, diretto da Laurent Bécue-Renard, che viene presentato fuori concorso insieme ad un altro doc di Sergei Loznitsa, che invece invece parla del movimento che a Kiev, protestando nelle piazze - a partire dalla centralissima Maidan - obbligò alle dimissioni il presidente ucraino Yanukovych. Ad affiancare i due documentari tra i film fuori concorso c'è André Téchiné con il suo L'homme que l'on aimait trop con Catherine Deneuve e Guillaume Canet. La diva francese qui veste i panni della titolare di un casinò di Nizza, l'affascinante Renée Le Roux, che fu protagonista di una vicenda di cronaca realmente accaduta verso la fine degli anni Settanta. L'affaire Le Roux, come venne chiamato dai media all'epoca, è una vicenda torbida che vide coinvolta la figlia di Renée, Agnès, che perse la testa per l'avvocato di sua madre, Maurice Agnelet (Guillaume Canet) un uomo più grande di lei, legato alla malavita organizzata. Quando la ragazza scomparve senza lasciare traccia, Maurice sostenne che si era tolta la vita o che era stata assassinata dalla "mafia dei casinò", ma Renée non gli ha mai creduto.
Spazio alla Fantasia in un Un certain regard, quella del regista Wang Chao , ma soprattutto quella del protagonista, che vive una situazione familiare difficile anche a causa della malattia del padre, malato di leucemia. Sulla riva di un fiume fa la conoscenza di un uomo e sua figlia, fa amicizia con loro e li aiuta a raccogliere ferro. Ma i due ad un certo punto scompaiono senza lasciare traccia. Un lutto importante è al centro di un altro film presentato nella stessa sezione, Snow in Paradise di Andrew Hulme - che finora si era dedicato soprattutto al montaggio - un dramma su un giovane sbandato che in seguito alla morte del suo migliore amico decide di convertirsi all'Islam. Frederick Smith è il protagonista di questa storia, un ragazzo che vive di droga e violenze nell'East End di Londra.Nelle altre sezioni della kermesse francese, oggi trovano spazio storie agli antipodi: oltre al poliziesco Li'l Quinquin di Bruno Dumont, infatti, vengono presentati il delicato film d'animazione The Story of Princess Kaguya e il duro dramma giovanile The Tribe. Il primo racconta la fiaba di un tagliatore di bambù che nel recidere una canna trova nella sua cavità una bambina piccola quanto un pollice e che farà la fortuna dell'uomo e di sua moglie. Il flm di Miroslav Slaboshpitsky invece vede protagonista un ragazzo sordomuto che inizia a studiare in un college speciale e da un rito di passaggio all'altro si ritroverà a dover rispettare le regole di una banda che gestisce i traffici di droga e prostituzione locali. Regole che deciderà di infrangere per amore.