Una di quelle personalità che cambiano il mondo: Valerio Aprea ha voluto ricordare così Mattia Torre, sceneggiatore di Boris insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico.
Mattia Torre è mancato l'anno scorso a soli 47 anni, dopo aver lottato contro il cancro. Valerio Aprea condivideva con lui un rapporto d'amicizia oltre quello di lavoro e durante la nostra intervista sul canale Twitch di Movieplayer, ha voluto ricordare così uno degli sceneggiatori (quelli veri) di Boris:
"Si sta sempre più alzando l'asticella del politicamente scorretto, del non porsi nei cliché comuni. Siamo lontani ai livelli a cui potremmo arrivare, ma si sono fatti passi avanti in questo senso. I passi avanti però di solito le fanno sempre le singole teste pensanti che lavorano nel settore, che hanno l'intelligenza e il coraggio di dire la propria in un modo anticonvenzionale. Perché è grazie alle individualità che si muovono le cose, che le cose accadono, accadono grazie al singolo e questo vale in tutta la storia dell'uomo. Così è successo anche con Mattia Torre".
"Lui era un buon maestro, sapeva spiegare bene le cose, così come mi ha spiegato bene a fare il giocoliere" - ha scherzato Aprea - "quando uno è depositario di un sapere, è importante che sia anche un gran comunicatore di questo sapere, affinché capisca come comunicare efficacemente quello che lui ha da diffondere. Può essere un grande maestro, ma un pessimo pedagogo. Ci vogliono le scritture intelligenti, che sappiano affrontare il problema di ciò che non si capisce. Prendiamo Mission: Impossible: io sono un esempio di quelli che se lo guarda, non lo vedo neanche, rimango abbagliato dalle scene. Figuriamoci con Tenet! Mi tocca rivederli per apprezzarne tutta la loro complessità. Il cinema per me deve andare in questo senso verso una sceneggiatura evoluta, facendo evolvere i pensieri dello spettatore."