Netflix ha annunciato la produzione di BioShock, un film basato sull'omonimo videogioco, tra i più amati di sempre. Il gigante dello streaming e lo sviluppatore di giochi Take Two Interactive hanno lavorato ad un accordo sui diritti dello schermo per quasi un anno.
Dopo tante voci e progetti mai decollati del tutto, finalmente anche BioShock avrà un proprio adattamento cinematografico. Sempre più spesso, infatti, le opere videoludiche trovano spazio sul grande schermo e, a quanto pare, anche i fan di BioShock avranno l'opportunità di vedere trasposto il gioco rilasciato nel 2007 da 2K Gams. Tutto avverrà tramite Netflix: lo streamer ha raggiunto l'accordo con Take-Two Interactive, la società madre del gioco, per sviluppare un potenziale universo cinematografico. Vertigo Entertainment e Take Two serviranno come produttori. Ad oggi il progetto non ha ancora uno sceneggiatore o un regista designato.
BioShock è un videogame ambientato tra le rovine di Rapture, una utopica comunità sottomarina che era stata creata da un'elite di scienziati, intellettuali e artisti, e che in seguito era crollata sotto il peso dei suoi ideali. Adesso la città è praticamente un cimitero, e il giocatore, in seguito ad un incidente aereo, si trova a cercare salvezza tra i suoi corridoi, che sono popolati da guardiani, mutanti e abitanti geneticamente modificati e aggressivi.
Da quando il gioco è stato rilasciato per la prima volta, sono state vendute milioni di copie e sono stati realizzati due sequel, BioShock 2 e BioShock Infinite, che hanno ampliato l'universo distopico combinando azione, fantascienza e horror. Il titolo continua ad essere inserito nelle liste dei migliori videogiochi mai realizzati. Considerato questo enorme successo, Hollywood ha pensato quasi immediatamente alla realizzazione di un progetto cinematografico: la Universal aveva anche scelto il regista di Pirati dei Caraibi, Gore Verbinski, ma sia lui che il successivo regista, Juan Carlos Fresnadillo, si sono scontrati con lo studio, finché alla fine i creatori del gioco hanno scelto di rinunciare al progetto. Successivamente, Verbinski ha ricordato come sono andate le cose all'epoca:
"La questione non è semplice, eravamo a otto settimane dalle riprese quando hanno staccato la spina. Era un film R-rated, ovvero vietato ai minori non accompagnati, e io volevo tenerlo così, mi sembrava appropriato. Era un film costoso, dovevamo creare un mondo enorme, non potevamo semplicemente cerca le location e girare. Il mix tra budget alto e pubblico potenzialmente ristretto penso che abbia fatto spaventare la Universal. Ora gli R-rated non sono così rischiosi e magari ci sarà una nuova occasione, ma a otto settimane dalle riprese, nella tua testa è già tutto filmato, è come un architetto che sta per costruire il suo progetto, sarà difficile tornarci sopra". Il regista ha quindi aggiunto: "Nessuna delle persone con cui ho parlato ha voluto produrre un R-rated così costoso. Ma d'altronde non ero interessato a fare un film per tutto il pubblico. Volevo davvero fare un film che, a ripensarci quattro giorni dopo, ancora potesse far venire i brividi. Doveva essere davvero spaventoso, ma per farlo ci voleva tutto quel mondo sotterraneo che ha alzato il budget".