Un palco importante, quello del Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, un'intervista molto voluta e, subito dopo, una valanga di commenti al vetriolo. La partecipazione di Belen Rodriguez a Vanity Fair Stories ha scatenato il solito processo social: c'è chi l'ha accusata di essere ubriaca, chi ha parlato di eccessi, chi ha tirato in ballo il passato recente segnato dalla depressione.
Lei, a poche ore di distanza, ha scelto di non lasciare spazio ai retroscena inventati e di raccontare in prima persona cosa le è successo davvero, partendo da una parola che ancora fa paura: attacco di panico.
Belen Rodriguez e l'intervista "scandalo": i social danno di nuovo il peggio di sé
Domenica 23 novembre, quando Belén Rodríguez è salita sul palco per l'intervista con il giornalista Mario Manca, qualcosa è apparso subito diverso. La showgirl parlava più lentamente del solito, sembrava affaticata, a tratti distante. In sala qualcuno ha notato quel modo di fare insolitamente rallentato, ma è sui social che le immagini hanno preso una piega impietosa.
I video dell'evento hanno iniziato a circolare in poche ore, accompagnati da commenti taglienti. Secondo alcuni era ubriaca, in molti hanno ironizzato sul suo stato, ma c'è anche chi ha collegato tutto al periodo buio tra il 2023 e il 2024, quando lei stessa aveva raccontato di essere finita in una clinica per curare la depressione.
Come spesso accade, il contesto è sparito e sono rimaste solo le clip montate e rilanciate su X, Instagram e TikTok. Da un lato le battute, dall'altro la curiosità morbosa su cosa ci fosse dietro quella apparente confusione. Ed è proprio in questo clima che Belen ha deciso di intervenire, utilizzando le sue storie per cambiare prospettiva e soprattutto fare chiarezza.
"Ho preso dei calmanti dopo un attacco di panico, ecco perché ero così"
Nella lunga serie di storie pubblicata sul suo profilo, Belen non aggira l'argomento, ma entra subito nel cuore della questione. "Volevo fare chiarezza su quello che mi è accaduto sul palco di Vanity, mi sembra giusto farlo, soprattutto per i presenti a teatro", esordisce. Poi ricorda come, negli ultimi anni, abbia già parlato degli attacchi di panico e della depressione che l'hanno messa a dura prova: una sequenza di crisi, una dietro l'altra, culminata in un periodo di ricovero.
Quello che è successo prima di Vanity Fair Stories, racconta, è legato proprio a questa fragilità: "L'altra sera, prima dell'intervista di Vanity Fair, ero senza i bambini, quindi ero da sola e mentre stavo dormendo mi è partito un attacco di panico abbastanza complesso e ho preso un calmante per sentirmi meglio, poi ne ho preso un altro e un altro. Ovviamente il risultato è stato un annebbiamento importante".
Sul palco, quell'effetto si è tradotto in lentezza, sguardo perso, difficoltà a trovare subito le parole giuste. Esattamente ciò che il pubblico ha notato, trasformandolo però in altro sotto la lente del giudizio.
Le difficoltà di Belen Rodriguez tra vita privata e lavoro pubblico
La riflessione di Belen non si ferma alla cronaca della serata. La showgirl argentina prova a spiegare cosa significhi esporsi con le proprie fragilità quando si lavora sotto i riflettori. "Non è stato bello per me rivelarmi così" - dice - "è difficile riuscire ad accettarsi con queste fragilità, soprattutto quando fai un lavoro pubblico. La tua fragilità può diventare anche una presa in giro perché questo materiale viene usato in modo inadeguato".
Nonostante questo timore, però, ha scelto di non tirarsi indietro: "La verità è che ci tenevo ad esserci in quell'intervista, perché tante volte ho mancato al lavoro per non presentarmi così, ma questa volta volevo esserci", ammette.
Poi l'accento si sposta sulla cura e sul percorso personale che sta portando avanti. "Mi dispiace tanto, però ci sto lavorando, mi curo, lavoro tanto con lo psicologo, cosa che ogni persona che si trova in queste situazioni deve fare, perché altrimenti diventa veramente complicato fare una giornata normale", racconta. E poi conclude: "Questo è quello che mi è successo, spero di essere stata chiara".