Il modo in cui Levi Ackerman, uno dei personaggi più amati della serie di L'Attacco dei Giganti, impugna una tazza da tè, nasconde in realtà una dolorosa memoria del passato. Il manga one-shot Bad Boy, incluso in Attack on Titan: Fly, svela l'origine di questa abitudine, nata tra povertà, violenza e una madre perduta troppo presto.
L'Attacco dei Giganti, un dettaglio che racconta una storia
Dietro la glaciale compostezza di Levi Ackerman si cela una ferita che non ha mai smesso di sanguinare. Celebrato come l'incarnazione del rigore militare e della forza senza fronzoli, Levi nasconde in realtà un passato tanto oscuro quanto commovente, rivelato nel manga one-shot Bad Boy, pubblicato nel volume speciale Attack on Titan: Fly. Cresciuto nel degradato distretto sotterraneo sotto il Muro Sina, Levi ha conosciuto la miseria da subito: figlio di Kuchel, una prostituta, viveva circondato dalla polvere e dal silenzio. La madre possedeva un semplice set da tè, un oggetto fragile ma carico di significato. Dopo la sua morte, l'insieme fu rivenduto dal gestore del bordello. Levi tentò di recuperarlo, ma fu scoperto e brutalmente aggredito dai mercanti, che pensarono persino di darlo in pasto ai maiali.

Quel momento segnò il "risveglio Ackerman": in un lampo di ferocia e istinto, Levi sterminò i suoi aguzzini. Ma alla fine non cercava vendetta: voleva solo una tazza da tè. L'unico legame rimasto con sua madre.
Dopo essere tornato nella stanza in cui era cresciuto, Levi provò ad assaporare quel ricordo: comprò finalmente del tè, ma nel sollevarne la tazza, il manico si spezzò. I cocci a terra diventarono metafora perfetta del suo lutto mai elaborato. Da allora, Levi ha scelto di evitare il manico, stringendo la tazza direttamente dal bordo: un piccolo gesto per non assistere di nuovo alla frattura di ciò che ama. Quando Gabi ride di questa stranezza, Levi non si adira: racconta. "Lo faccio per non rompere mai più le tazze di mia madre." Gabi scoppia a piangere, promettendo di fare lo stesso. Un dettaglio minimo che racchiude un intero universo emotivo, mostrato con pudore e struggimento in quel racconto che Isayama, l'autore, aveva voluto realizzare già durante la serie originale, ma solo oggi ha trovato il coraggio di condividere.