Martedì 24 giugno è morto Alvaro Vitali, l'indimenticabile Pierino e protagonista di tantissimi film della commedia sexy all'italiana. L'attore, 75 anni, era stato ricoverato in ospedale per una recidiva di broncopolmonite. Tuttavia, stanco della degenza, aveva deciso di firmare le dimissioni e tornare a casa.
A raccontare le sue ultime ore è stato Claudio Di Napoli, regista e amico storico di Vitali, che lo ha assistito negli ultimi mesi sia per motivi di salute che per il delicato stato psicologico legato alla fine della sua relazione con la moglie, Stefania Corona.
"Voleva tornare a casa, non ne poteva più dell'ospedale. Ogni giorno mi ripeteva: 'Domani mi incaz.o e firmo'. E alla fine lo ha fatto davvero", ha raccontato Di Napoli in un'intervista a Fanpage. "Ieri, appena ho saputo che aveva lasciato l'ospedale, l'ho chiamato e mi sono arrabbiato. Ma lui non ce la faceva più. Era ricoverato da due settimane, voleva solo tornare a casa."

A prelevarlo dall'ospedale è stato Manolo, un amico che da tempo gli faceva da assistente. "Lo ha portato a pranzo a Fiumicino, poi dal barbiere e infine verso casa. Ma purtroppo non è nemmeno riuscito ad arrivarci: dopo aver salito i primi tre gradini, si è sentito male e si è accasciato. L'ambulanza è arrivata subito, ma non c'è stato nulla da fare. È morto tra le braccia di Manolo."
I giorni prima della morte
Nei giorni precedenti alla sua scomparsa, Vitali era profondamente provato non solo fisicamente, ma anche emotivamente. "Era molto triste. La situazione sentimentale che stava vivendo lo aveva devastato. Soffriva come un cane abbandonato in autostrada. Lo andavo a trovare tutte le sere in ospedale, restavo con lui un paio d'ore. Lo vedevo piangere, stare male," ha raccontato ancora Di Napoli.
Una situazione familiare difficile
Alla domanda su con chi avrebbe vissuto dopo l'uscita dall'ospedale, Di Napoli ha spiegato: "Sarebbe tornato nella casa che condivideva con la moglie Stefania Corona, dove però viveva già da qualche mese anche il nuovo compagno di lei. Una situazione davvero complicata. Più volte gli avevo proposto di venire a stare da me, ma non ha mai voluto. Con gli altri amici gli avevamo suggerito di trasferirsi temporaneamente dal figlio a Vercelli, per rimettersi in forze e poi cercare un appartamento tutto suo. Stavamo cercando di aiutarlo a riorganizzare la sua vita. Nessuno si aspettava un epilogo del genere."