Alfred Hitchcock, maestro del suspense, ha sempre cercato l'equilibrio perfetto tra tensione e sorpresa. Tuttavia, uno dei suoi momenti più iconici in "Sabotaggio" lo ha lasciato con un grande rimpianto. Il celebre regista ammise che una scena cruciale del film, quella del tragico bus, non rispecchiava i suoi standard di suspense, lasciandolo insoddisfatto per anni.
Hitchcock e il suo "Sabotage"
Nel 1936, Alfred Hitchcock girò Sabotaggio, un thriller che racconta la storia di Karl Verloc, un apparentemente innocuo proprietario di un cinema che nasconde un oscuro coinvolgimento in atti terroristici. L'azione culmina in una scena scioccante, con un bambino che trasporta inconsapevolmente una bomba, che esplode su un autobus, portando alla morte del piccolo e di altre vittime innocenti. Nonostante il film abbia riscosso un successo immediato, Hitchcock confessò anni dopo, durante un'intervista con Dick Cavett, come recentemente riportato, di ritenere quella scena un errore. "Ho fatto un terribile sbaglio facendo portare una bomba a un bambino per la città", ammise.

La sua riflessione si concentrava sul fatto che, pur avendo costruito una tensione crescente, il risultato non offriva la 'liberazione' che lui stesso tanto desiderava per il pubblico. Il momento culminante, secondo Hitchcock, avrebbe dovuto risolvere il conflitto, non alimentarlo ulteriormente.
Hitchcock spiegò: "Se porti il pubblico al limite, devi poi liberarlo, dargli quella sensazione di sollievo," osservazione che ammette la mancanza della sua famosa sequenza d'esplosione. Questa consapevolezza ha avuto un impatto duraturo sul suo approccio alle narrazioni future, dove la regola d'oro rimase quella di dare all'uditorio l'opportunità di respirare dopo l'inevitabile tensione. Nonostante Sabotaggio sia oggi considerato un gioiello nascosto nella filmografia di Hitchcock, la sua ammissione sulle sue debolezze artistiche offre un esempio lampante del suo perfezionismo e della sua volontà di spingersi oltre i limiti del cinema thriller. Questo episodio, sebbene doloroso per il regista, ha arricchito il panorama del cinema, insegnando a future generazioni l'importanza del contrasto emotivo nella narrazione visiva.