Uno degli ospiti più attesi di Sanremo 2021 è Alex Schwazer: dalle accuse di doping, alla squalifica al al proscioglimento, ecco la storia del campione olimpico della 50 km di marcia delle Olimpiadi di Pechino del 2008.
La prima squalifica per doping di Alex Schwazer
Alex Schwazer è nato a Vipiteno, in provincia di Bolzano, il 26 dicembre del 1984. Il marciatore italiano alle Olimpiadi di Pechino del 2008 entusiasma gli sportivi italiani vincendo l'oro olimpico in una delle specialità più dure, la 50 km di marcia. Nel 2012, alla vigilia dei Giochi Olimpici di Londra, Schwazer è trovato positivo all'eritropoietina. Schwazer ammette il suo errore dicendo di aver usato l'ormone glicoproteico: "Per essere competitivo come gli altri". Nell'occasione viene squalificato per 3 anni e 6 mesi.
La seconda squalifica per doping
Finita la squalifica, Alex Schwazer torna ad allenarsi sotto la guida di Sandro Donati, l'8 maggio 2016 vince la 50 km di Roma. Pochi giorni dopo un'indiscrezione pubblicata sulla Gazzetta dello Sport rivela che le analisi dell'atleta contengono una quantità troppo alta di anabolizzanti e steroidi e il campione è accusato di nuovo di essere dopato. Alex Schwazer, questa volta si proclama innocente ma viene sospeso dalla Federazione Internazionale di Atletica Leggera. Il 10 agosto 2016 il Tribunale Arbitrale dello sport, considerandolo recidivo, lo squalifica per 8 anni, mettendo fine alla sua carriera sportiva.
L'ipotesi del complotto e l'assoluzione
Subito dopo la sentenza del TAS su Repubblica appaiono una serie di articoli che parlano di un complotto, di analisi alterate per far squalificare l'atleta italiano ed il suo allenatore, Sandro Donati. Un'operazione messa in piedi da chi vuole pilotare le gare internazionali di atletica e mettere fine alla carriera di un concorrente scomodo come Alex Schwazer.
Nel mese di febbraio 2021 l'atleta è stato assolto dal GIP del Tribunale di Bolzano che si è pronunciato a favore dell'archiviazione del procedimento penale a carico di Alex per "non aver commesso il fatto". La sentenza fa sua la richiesta del PM che sostiene che nel 2016 i campioni di urina sono stati alterati, la cosa è "accertata con alto grado di credibilità", si legge nelle motivazioni della sentenza. Il GIP punta il dito contro l'Agenzia mondiale antidoping e la Federazione internazionale di atletica leggera: "Lo scrivente ritiene accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer il primo gennaio 2016 siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell'atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati".
La sentenza conferma la possibilità dell'esistenza di un complotto, Alex Schwazer ora potrà fare ricorso al TAS e chiedere l'annullamento della sua squalifica.