Alba Rohrwacher ed Elio Germano saranno protagonisti di Tre Ciotole, dramma diretto dalla prolifica regista spagnola Isabel Coixet. Il film è basato sull'omonimo libro bestseller della defunta grande scrittrice italiana Michela Murgia, come annuncia Variety.
Le riprese del nuovo film di Coixet, prodotto da Cattleya, inizieranno il 3 marzo a Roma. Sono previste sette settimane di riprese. Vision Distribution lancerà le prevendite al Mercato di Berlino. Il cast del film, scritto da Coixet con Enrico Audenino, include anche l'attore spagnolo Francesco Carril.
Isabel Coixet è nota per titoli come La mia vita senza di me e La vita segreta delle parole, entrambi interpretati da Sarah Polley, e per The Bookshop con Emily Mortimer.
Inappetenza sentimentale
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Alba Rohrwacher ed Elio Germano interpreteranno la coppia protagonista del romanzo di Murgia, Marta e Antonio, che si separano in seguito a un litigo apparentemente stupido. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in se stessa. L'unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef emergente, si immerge nel suo lavoro. Ma nonostante sia stato lui a porre fine alla storia con Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la sua perdita di appetito ha a che fare più con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il gusto del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte.
Michela Murgia, attivista per i diritti LGBTQ+, è morta di cancro al rene nel 2023 dopo aver reso pubblica la sua malattia in occasione della pubblicazione di Tre Ciotole.
"Tre Ciotole' è il mio paesaggio personale" ha spiegato Isabel Coixet. "Marta è una donna che affronta due drammi allo stesso tempo: è nel mezzo di una dolorosa rottura e sta affrontando l'inevitabile. Ma lei non sta chiedendo l'elemosina o mercanteggiando. Si inchina semplicemente, come si fa al sole al tramonto, sapendo che sorgerà di nuovo da qualche parte oltre la sua vista. Voglio raccontare il suo viaggio nella Roma di oggi con tenerezza ed emozione, perché Marta ci mostra che anche nell'addio c'è la grazia, e anche nel dolore c'è spazio per la gioia".