Adriana Volpe si scaglia ancora contro Giancarlo Magalli ricordandogli che è stato condannato per diffamazione aggravata dal Tribunale di Milano: l'opinionista del Grande Fratello Vip 6 ha voluto così smentire il conduttore che aveva detto di essere stato solo multato.
Ieri è finito il primo tempo della diatriba giudiziaria che vede di fronte Adriana Volpe e Giancarlo Magalli, i due, oltre a scontrarsi periodicamente sui social e sui giornali, sono finiti in Tribunale. La denuncia della Volpe si basa su un'intervista rilasciata da Magalli al settimanale Chi nel novembre 2017. Il conduttore dovrà risarcire i danni patiti dalla parte civile Adriana Volpe e pagare le spese legali.
Subito dopo la sentenza Giancarlo Magalli ha pubblicato un post su Facebook in cui ha scritto "Dato che tra 5...4...3...2...1 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un'intervista in cui io parlavo del Me Too e NON la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò). Questo prima che dica che sono stato condannato all'ergastolo o a 10 milioni di risarcimento". Magalli ha anche ironizzato sul fatto che la causa fosse stata intenta in origine anche contro Alfonso Signorini e che in un secondo momento la denuncia contro il direttore del settimanale sia sparita "Per inciso nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l'intervista ed aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) ed il direttore responsabile del giornale che l'aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh...".
La replica di Adriana Volpe era attesa, ormai tutti abbaiamo imparato che alla provocazione dell'uno segue a stretto giro la risposta dell'altro. L'opinionista del Grande Fratello Vip 6 ha pubblicato un post su Twitter in cui ha precisato che il conduttore non è stato multato ma condannato per il reato di diffamazione aggravata. La Volpe ha scritto "Ma vi ricordate, prima Magalli aveva detto che non lo avevo mai querelato (pur sapendo di avere due rinvii a giudizio) ora distorce una sentenza. Ma in che mondo parallelo vive? Rassegnati Magalli sei stato CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA"
Il post su Instagram è più lungo e articolato "Caro Magalli, ieri il tribunale di Milano ti ha condannato per il reato di diffamazione aggravata. All'uscita invece di chiedermi scusa sei corso fuori a scrivere un post su Facebook tentando di distorcere e sminuire questa sentenza che invece ha una portata e peso straordinari. Hai scritto cose false e come sempre screditanti. I giornali leggendo il tuo post hanno subito riportato titoli come "Magalli deve pagare solo una multa", "Sono stato multato" NO GIANCARLO SEI STATO CONDANNATO!"-
Il post continua e Adriana spiega il motivo per cui ha deciso di querelare il suo collega "Giancarlo con le tue azioni hai cambiato il corso della mia vita lavorativa ma forse non sai che sei riuscito a tirare fuori una forza che neppure io sapevo di avere, l'ho tirata fuori per rispondere ai tuoi insulti, alle gravi allusioni e alle cattiverie gratuite che hai detto e scritto. È una battaglia che ho fatto per me, per mia figlia e per tutte le donne che sono vittime di soprusi e angherie sul lavoro".
Adriana Volpe chiarisce anche i termini della sentenza contro Magalli "Leggendo il tuo post hai scritto: "Il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare), una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò)" Beh, informati bene perché: Pagherai un mio risarcimento di 25 mila, ti ricordo è una provvisionale che va pagata perché è immediatamente esecutiva; Dovrai risarcire tutte le spese legali; Dovrai liquidarmi ulteriori danni che verranno quantificati dal giudice civile"
Nella parte finale del post l'opinionista spiega come utilizzerà i soldi che le darà il conduttore "Sappi che i soldi che riceverò li verserò ad un'associazione che tutela le donne vittime di violenza perché questa è una battaglia che ho fatto non per i tuoi soldi ma per avere giustizia, per avere una sentenza che aiuti a combattere antichi retaggi legati alle donne che ancora oggi sono duri a morire, e spero che questa sentenza incoraggi tutte le donne che si sono trovate nella mia condizione a reagire e denunciare".