1923: una delle scene più brutali del prequel di Yellowstone è ispirata a fatti realmente accaduti

1923, il prequel di Yellowstone, ha scelto di affrontare una dinamica storica piuttosto cupa e violenta, basando la sua narrazione su fatti realmente accaduti.

1923: una delle scene più brutali del prequel di Yellowstone è ispirata a fatti realmente accaduti

Una scena dell'episodio pilota di 1923, prequel di Yellowstone, ha lasciato il pubblico sbigottito per la sua violenza senza scrupoli. E se vi dicessimo che si basa su fatti realmente accaduti nella zona del Montana? La storia ritorna più impetuosa che mai.

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1923: Harrison Ford in una foto dal set

Nel pilot di 1923 assistiamo a una sequenza interamente girata in un collegio cattolico nel Montana, in cui alcuni giovani indigeni vengono trattati con brutalità e nessun rispetto. La violenza, in questo caso, viene perpetrata in una classe con un righello, portando il personaggio di Teonna Rainwater a rispondere alzando le mani.

Svolte di questo genere, purtroppo, risultano piuttosto accurate, storicamente parlando, specialmente in istituti come quello rappresentato nella serie. La colonizzazione degli occidentali si proiettava anche sulle nuove generazioni indigene sfollate dall'espansione verso ovest dell'America. Questo a sottolineare quanto 1923 sia più oscura rispetto a Yellowstone.

Gli storici e gli studiosi hanno analizzato situazioni del genere con i resoconti storici dei cosiddetti "collegi degli indiani d'America", come riportato da ScreenRant, aggiungendo che nel Montana ne esisteva solamente uno: la Fort Shaw Indian School. Jennifer Ehle, Suor Mary in 1923, ha approfondito la questione in una recente intervista con il sito dicendo che l'obiettivo principale dei conquistatori era quello di "civilizzare" le comunità locali cancellando del tutto la loro cultura e religione. Questo approccio ha spianato la strada al trattamento disumano dei bambini indigeni americani.

1923: il trailer della serie prequel di Yellowstone con Harrison Ford e Helen Mirren

Anche se il tempo ha cancellato queste situazioni, moltissime ferite sono rimaste impresse nei nativi americani, cicatrici che ancora oggi meritano di essere ricordate e raccontate, come evidenziato anche da Aminah Nieves, Teonna Rainwater in 1923, sempre a Screen Rant: "Continuare a raccontare la nostra storia nel modo più onesto possibile è molto importante".