Sabato 13 dicembre, Dick Van Dyke ha compiuto 100 anni e tra le varie dichiarazioni sull'attore di Mary Poppins e Citty Citty Bang Bang c'è anche quella della co-star Charlie Schlatter, che ha recitato al fianco della leggenda di Hollywood nella serie Un detective in corsia.
Al The Post, Charlie Schlatter ha spiegato di avere un grande rimpianto rispetto al periodo in cui ha recitato nella serie televisiva insieme a Van Dyke, un'esperienza lavorativa che lui stesso reputa meravigliosa e piena di ricordi.
Il rimpianto di Charlie Schlatter
L'attore ha spiegato di rimpiangere il fatto di non possedere molte foto di lui e Dick Van Dyke sul set della serie: "È così divertente, perché tante persone mi dicono: 'Avrai un sacco di foto tue con Dick Van Dyke'" ha spiegato Schlatter "In realtà ho letteralmente solo tre o quattro foto personali. Una è a una festa di fine riprese, una è nella roulotte del trucco e parrucco".
La star di Le mille luci di New York ha poi spiegato che all'epoca non era qualcosa a cui pensava molto: "Non è come oggi, con [i nostri smartphone]" ha osservato Schlatter "Questo è il mio più grande rimpianto. Vorrei averne di più. Eri sempre seduto lì con lui e non ti veniva mai in mente di alzarti e fare una foto".
L'esperienza di Charlie Schlatter in Un detective in corsia
Charlie Schlatter entrò nel cast della serie tv con Dick Van Dyke nella terza stagione nel 1995 per interpretare il dottor Jesse Travis, giovane specializzando sotto la guida del dottor Mark Sloane, protagonista della serie, interpretato da Van Dyke.
L'attore rimase nel cast della serie, in cui recitava anche il figlio di Van Dyke, Barry Van Dyke, fino alla conclusione nel 2001. Secondo Schlatter, è grazie a Dick Van Dyke che ottenne quel ruolo: "Io chiamo la mia casa 'la casa costruita da Dick', perché mi voleva in quello show" ha detto a The Post "È divertente, il personaggio si chiamava Jesse Travis e credo fosse descritto come uno alto un metro e novanta o giù di lì".
"Ricordo di essere stato al provino, io che sono alto un metro e sessanta, insieme a tutti questi surfisti. Credo ci fosse qualcosa nella mia presenza che lo faceva ridere. Penso che in uno dei suoi libri dica persino che avevano bisogno di un piccolo tipo alla Michael J. Fox. Quindi è stato davvero lui a decidere quel casting e, Dio lo benedica, è stato lui a farlo accadere".