La piccola Amélie è un film del 2025 diretto da Maïlys Vallade e Liane-Cho Han Jin Kuang con Loïse Charpentier e Victoria Grobois. Durata: 77 min. Distribuito in Italia da Lucky Red. Paese di produzione: Francia, Belgio.
La storia ha inizio in Giappone, nei primi anni '70, e segue i primi tre anni di vita di Amélie, figlia di un diplomatico belga. Nei primi due anni, la bambina vive in uno stato di assoluta apatia: non piange, non ride, non interagisce con il mondo esterno. Si autodefinisce un "Dio" o, più cinicamente, un "tubo", un essere puramente biologico che funge solo da passaggio per il cibo e i rifiuti, convinta che la sua immobilità sia una forma di perfezione divina superiore alle fatiche umane.
La svolta avviene quando la nonna paterna, Claude, riesce a scuotere Amélie dal suo torpore offrendole un pezzetto di cioccolato bianco. Questo evento rappresenta un vero e proprio "big bang" sensoriale: il piacere del gusto risveglia la sua coscienza, facendola precipitare dallo stato divino a quello umano. Da quel momento, Amélie inizia a percepire il mondo con un'intensità travolgente, imparando a parlare e a scoprire la bellezza e l'orrore della realtà che la circonda.
Al centro del suo nuovo mondo umano si staglia la figura di Nishio-san, la giovane governante giapponese che diventa il suo unico vero legame d'amore e il suo ponte verso la cultura nipponica. Attraverso gli occhi di Nishio, Amélie impara a vedere il giardino della loro casa non più come un confine, ma come un universo magico popolato da carpe koi, cicale e Yōkai (creature soprannaturali della cultura giapponese). È in questo periodo che la bambina matura la convinzione di essere giapponese, rifiutando interiormente le sue radici europee.
Tuttavia, la scoperta della vita porta con sé anche la scoperta del dolore e della crudeltà. Amélie sperimenta la gelosia, la manipolazione e, soprattutto, l'incontro traumatico con la morte, simboleggiato dalla morte della nonna e da un incidente nel laghetto delle carpe del giardino. Questo episodio segna la fine definitiva della sua onnipotenza infantile: Amélie comprende di essere vulnerabile e che il mondo non obbedisce ai suoi desideri.
La vicenda trova il suo culmine con l'annuncio del ritorno della famiglia in Belgio. Per Amélie, questo significa la fine del suo mondo, il distacco straziante da Nishio e l'abbandono del Giappone, la sua patria spirituale. Il film si chiude con il passaggio dall'infanzia mitica alla realtà della crescita, sottolineando come l'identità di Amélie sia ormai indissolubilmente legata a quei primi, intensissimi anni vissuti sotto il sole del Giappone.
Diretto da Liane-Cho Han Jin Kuang e Maïlys Vallade, al loro esordio nel lungometraggio, La piccola Amélie è l’adattamento cinematografico del celebre romanzo autobiografico Metafisica dei tubi di Amélie Nothomb. Il film, presentato con successo ai festival di Cannes, Annecy, Roma e San Sebastián nel 2025, ha vinto il Premio del Pubblico ad Annecy ed è il candidato di punta per i premi internazionali d’animazione del 2026. L’opera segna una sfida stilistica senza precedenti: tradurre la prosa filosofica e caustica della Nothomb in un'esperienza visiva universale.
Il film esplora la "divinità dell'infanzia" e lo stato di onnipotenza dei primi tre anni di vita, seguendo la piccola Amélie nella sua crescita immersa nel Giappone del dopoguerra. Il cuore tematico risiede nella transizione dallo stato di "tubo" (un essere inerte che riceve e scarta cibo) a quello di essere umano senziente, innescato dalla scoperta del piacere attraverso il cioccolato. Rispetto al romanzo, la sceneggiatura — frutto di cinque anni di lavoro — asciuga le digressioni intellettuali per focalizzarsi sulla scoperta della morte, sul senso di appartenenza culturale e sul legame profondo con la governante Nishio-san.
Lo stile visivo adotta un'animazione 2D raffinata che fonde l'estetica dell'acquerello europeo con richiami alle stampe nipponiche, creando una metafora perfetta dell'identità "ibrida" della protagonista. La regia utilizza una tavolozza cromatica evolutiva: colori tenui e statici per descrivere l'inerzia divina iniziale, che esplodono in tonalità vivaci con il risveglio dei sensi. Le location, principalmente la residenza familiare e il suo giardino, sono trattate come un universo infinito che si rimpicciolisce visivamente man mano che la bambina comprende di non essere il centro del mondo.
L'autrice Amélie Nothomb ha accolto l'adattamento con grande commozione, definendolo un'esperienza "metafisica": "L'animazione è l'unico medium che poteva tradurre con giustizia il mio sentirmi un 'tubo' prima di diventare umana. Riconosco ogni colore della mia memoria in queste tavole". Anche le registe hanno sottolineato l'intento di non sottovalutare la mente infantile, dichiarando: "Abbiamo voluto prendere l'infanzia molto sul serio. Non è un periodo 'carino', è il momento in cui si formano le basi della felicità e della tragedia".
In assenza di dialoghi complessi per gran parte della storia, il sound design e la colonna sonora diventano i veri narratori. La compositrice giapponese Mari Fukuhara ha creato una partitura minimale che mescola pianoforte, arpa e strumenti tradizionali come lo shakuhachi. Il suono è studiato per amplificare le percezioni di un neonato — il vento tra i bambù, il canto delle cicale — agendo come un "liquido amniotico" sonoro. La scena del primo assaggio del cioccolato è sottolineata da un'esplosione orchestrale che segna il passaggio definitivo alla vita cosciente.
Nonostante la fedeltà allo spirito ironico del libro, le registe hanno operato un cambiamento significativo nel finale per allontanarsi dal pessimismo dell'originale: "Nel libro la Nothomb scrive che dopo il Giappone non è successo nulla di interessante. Noi volevamo raccontare che, nonostante la sofferenza, la vita vale la pena di essere vissuta per i legami che creiamo". Questa scelta ha permesso al film di mantenere il cinismo infantile della scrittrice belga pur offrendo un messaggio di connessione umana accessibile a un pubblico più ampio.
Attualmente La piccola Amélie ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
La piccola Amélie è stato accolto dalla critica nel seguente modo: sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un punteggio medio del 98% sul 100%