I Bootcamp di X Factor 2024 (così come di tutte le altre edizioni) sono uno dei giochi televisivi più crudeli di tutti i tempi: possiamo finalmente dirlo? E pensare che mancano ancora le squadre di Manuel Agnelli e Paola Iezzi, e metà dei concorrenti, rende ancora più vera questa affermazione.
Per alleggerire la tensione la produzione ha pensato di sistemare sul palco solo 4 sedie, una in meno del solito (ma almeno questo ci farà piangere meno lacrime al momento delle Home Visit). C'è un'unica consolazione: Achille Lauro e Jake La Furia hanno composto i migliori team possibili con ciò che avevano a disposizione (anche dopo il momento, risparmiabile, "figurine Panini"). Con qualche eccezione.
Le scelte di Jake La Furia
- Potara: i magici, come il loro giudice li ha spesso chiamati nelle puntate precedenti, con una vaga ironia nel tono che ha in effetti lasciato pensare che fosse un po' pentito del suo X pass. Di sicuro al momento i pentiti dell'ascolto siamo noi perché le orecchie ancora sanguinano dopo la loro rielaborazione dei Nirvana e stamattina, nella playlist di Spotify, c'è una Smells Like Teen Spirit che urla vendetta. Voto: 4, uno in più per il coraggio
- Elmira Marinova: oggettivamente era candidata alla squadra di Jake La Furia fin dalle Audition, e scommettiamo che resterà al suo posto anche dopo le Home Visit. Ma non possiamo non aggiungere che il suo posto è meritato (come lo era quello della sua connazionale, Nika Paris, nel 2021, allieva della stessa insegnante di canto, Dariana Koumanova): è brava, ha un timbro vocale particolare e riconoscibile, una leggera somiglianza con Dua Lipa. All'interno di X Factor è sicuramente lei la pop star fatta e finita dell'edizione. Ma basterà? Lo scopriremo ai Live. Voto: 8
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Francesca Siano: in arte Francamente, per il momento è la grande promessa dello show anche al di fuori dello show. I motivi sono tutti racchiusi nel suo inedito, Paracadute, definito da Manuel Agnelli "il più bello mai sentito a X Factor". Ha ragione Jake La Furia a dirle che se vuole anche ballare cantando, allora le servirà qualche lezione di danza, ma questo non sarà un problema, tanto il suo genere non sono Elodie o Taylor Swift. Voto: 9
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The Foolz: alla fine prendono il posto dell'altra band, gli Speakeasy, e forse, in uno scenario prettamente pop, è meglio così. Se ci fosse ancora la vecchia suddivisione in Under Donne, Under Uomini... loro sarebbero la quota "ragazzine" nella squadra dei gruppi: sul palco hanno la presenza (quasi) giusta ma all'ascolto più attento hanno sempre qualcosa che non convince. Voto: 6 con riserva
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Jake La Furia: non è ancora chiarissimo cosa abbia in mente per questi concorrenti ma se c'è qualcosa di cui possiamo essere sicuri è che lui renderà il viaggio un vero piacere. Evita la parte del giudice severo e mantiene sempre quella simpatia che riporta, ragazzi e spettatori, alla dimensione di gioco (e non di "gara per la vita" come in altri casi è successo) che X Factor dovrebbe mantenere. Solo in un caso il tono si fa più grave ed è quando, con grande onestà, "salva" il rapper romano Giovanni Fausto Meloni, in arte Ozymandias, dal meccanismo di uno show che è comunque sempre alla ricerca di fenomeni pop. Caro Jake, noi siamo pronti per vederti dietro a quel tavolo anche per la prossima edizione, e poi l'altra ancora, e l'altra ancora. Voto: 8
- Lunaspina e Giovanni Fausto Meloni: sono i due eliminati eccellenti, quelli che avremmo voluto sentire e vedere ai Live ma che, ahinoi, per un motivo (voce portentosa ma repertorio troppo lontano da quello del suo giudice) o per un altro (X Factor non è la sua passerella) dovremo limitarci a sognare. Qualcosa però si può ancora fare: una petizione rivolta a Sky perché ne faccia una giuria distaccata, quella popolare, uno spin-off, una gara a parte. Solo loro due, Primpi Lammerda, Nina Zampogna e un microfono.
Le scelte di Achille Lauro
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Les Votives: non sono i Potara, loro ci ricordano, sulle note di Bang Bang (My Baby Shot Me Down), perché Lauro ha deciso di usare il suo X pass. Si presentano sul palco sicuri di due cose: saper suonare (e avere in mente esattamente cosa vogliono fare, tanto da aver coniato il termine "chic rock", veicolato sicuramente da Pinterest, per definirsi) e piacere al loro giudice comunque vada. Non sbagliano neppure stavolta, anzi: alzano l'asticella. Hanno un punto assai debole, però: sono estremamente vanitosi e ambiziosi. In una competizione è un'arma a doppio taglio. Voto: 8
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Lorenzo Salvetti: ha ragione Paola Iezzi quando dice che, nonostante l'assenza del pianoforte delle Audition, la sua performance "nuda" sulle note di Gazzelle non ha perso nulla. Attitudine spiccatissima per il pop d'autore, presenza tenerissima che riempie il palco (solo uno con gli stivaletti tanto a punta come il cantante di Les Votives può essere cattivo con lui), eppure porta con sé una riflessione amara: d'accordo, potrà anche portare il team di Achille Lauro in finale, ma X Factor ha tanti "primi posti" finiti nel dimenticatoio del pop. Voto: 7 e mezzo (noi guardiamo la puntata in pantofole, mica con gli stivaletti a punta!).
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Ibrahim Guiblawi: parte sulle note di Doo Wop (That Thing) di Lauren Hill e pensiamo subito che, se Achille Lauro dovesse disgraziatamente decidere di non dargli una sedia, dovremo invocare ancora una volta Sky perché dia agli altri giudici la possibilità di ripescarlo. Può non piacere il genere ma ha un timbro vocale unico. Se non si perderà nei meccanismi dello show, è uno da tenere d'occhio. Voto: 8
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Patagarri: in tutta onestà avevano impressionato di più durante le Audition ma tenerli fuori dalla gara sarebbe stato un peccato. Con il loro jazz fatto per strada rappresentano la scommessa più rischiosa nel panorama di X Factor (o, per dirla à la Achille Lauro, lì dentro "non c'entrano un ca..o"). Però poi li immagini su un repertorio che va dagli Aristogatti a Garota de Ipanema passando per Fragole, panna e champagne e non puoi non gridare "sedia, sedia" insieme al pubblico in studio. Dispiace per Giulia Covitto e la sua indole rock: a lei va il nostro personale ringraziamento per aver portato - bene - su quel palco la migliore PJ Harvey. Voto: 6 e mezzo
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Achille Lauro: sa bene quello che vuole e sa dove andare a cercarlo. Non cede alle pressioni di Manuel Agnelli che vorrebbe i suoi Les Votives, anche se fa un grosso errore quando "vende" Francamente a Jake La Furia. Che sarebbe stato piuttosto "scinico" e severo rispetto alle attese si capiva dal suo atteggiamento alle Audition, deve fare scelte dolorose ma le porta avanti senza scomporsi e va dritto per la sua strada. Achille Lauro non cercava soldi ma scintillio? Da qualche parte, durante i Bootcamp, potrebbe averlo trovato. Voto: 7 e mezzo