Dopo lunghe e sofferte selezioni X Factor 2024, lo show prodotto da Sky Italia e Freemantle, può finalmente dare il via alle tanto attese serate live (dal 24 ottobre). Con un tavolo dei giudici così unito e la conduzione di Giorgia, questa edizione sembra stia mantenendo la promessa di riportare la musica al centro del palco, mostrando agli spettatori anche quelle dinamiche proprie della discografia che rimangono sconosciute. Manuel Agnelli, Paola Iezzi, Achille Lauro e Jake La Furia hanno così selezionato i loro concorrenti in modo da permettere loro un percorso di crescita che li avvicinerà ai meccanismi della di chi fa musica oltre che per passione anche per lavoro.
Diverse serate, in onda ogni giovedì su Sky Uno, che culmineranno con un'evento senza precedenti nella storia del talent: una finale live in Piazza del Plebiscito a Napoli per la quale si potrà tentare di assistere come pubblico partecipando al click day del 30 ottobre. Tante novità, quindi, e una ritrovata armonia, come hanno confermato giudici e concorrenti durante la conferenza di presentazione.
La conduzione di Giorgia
Un clima sereno passa anche per una conduttrice che fa dell'empatia il suo punto di forza. Più di una volta, infatti, durante le selezioni Giorgia ha dimostrato non solo di saper tenere egregiamente il palco come conduttrice, ma di riuscire a confortare i talent pur non risultando mai invadente. "Vedo i ragazzi molto sereni" ha detto in conferenza, ribadendo la grande mole d'impegno che comporta la preparazione dei live e allo stesso tempo l'importanza di una squadra che funzioni: "Sono una principiante nella conduzione, ma sono molto supportata da un autore come Campagnari che non mi vuole far tenere nulla in mano e mi chiede di andare a memoria. Ho anche il sostegno dei giudici, che non è da sottovalutare e quindi mi sento supportata. É un'esperienza molto bella poi stare vicino ai ragazzi, i protagonisti sono loro ed è giusto che noi lavoriamo anche per loro."
L'importanza di parlare di musica. Nel modo giusto
Manuel Agnelli, poi, sembra essere tornato carico di quella schiettezza che lo ha sempre contraddistinto:"Questo è il primo anno in cui mi diverto." ha detto il giudice sottolineando l'importanza della fiducia sia tra giudici al tavolo che tra concorrenti e giudice di riferimento. "Pur nella nostra diversità spero di poter parlare di musica con qualità, penso sia l'anno giusto per dividere e portare discussione in senso positivo." Aggiungendo poi: "Abbiamo un tavolo che è fatto di esseri umani, sono persone che sono soddisfatte di ciò che fanno e che hanno l'esperienza di fare cose per gli altri. Siamo una squadra di lavoro e lo stiamo facendo tutti per lo stesso motivo. Nessuno di noi vuole essere volgare e non vogliamo fare la televisione di chi urla più forte e dice la spara più grossa per attirare l'attenzione, che poi è stato un problema della tv degli ultimi 20 anni"
Anche Paola Iezzi ha parlato con entusiasmo di questa avventura live: "Non mi aspettavo tutto questo ed è la dimostrazione che non c'è un'età per sorprendersi. È un'esperienza incredibile, provo le stesse emozioni di quando ho fatto Sanremo la prima volta" Per i giovani concorrenti il palco di X Factor può essere, infatti, spaventoso: per la prima volta. si troveranno a doversi esibire davanti a una folla di persone e a riguardo la giudice ha parlato ai ragazzi con franchezza:"Noi siamo qui grazie al pubblico e gli artisti non lo devono dimenticare. il pubblico, poi, non deve dimenticare che gli artisti sono anche persone."
Formare le giovani generazioni
Una delle domande più spinose è toccata a Jake La Furia, incalzato sul fatto di non avere rapper nella sua squadra: "Penso sia difficile fare un percorso convincente per un rapper qui ad X Factor. Nessuno poi mi ha convinto particolarmente perché qui si deve fare un percorso piuttosto versatile, un lavoro molto complicato. Preferisco fare un percorso musicale con altri tipi di musicisti e penso che mi darà grandi soddisfazioni".
Quella di avere un programma in cui la musica e suoi meccanismi risultino assolutamente centrali è una necessità che anche Achille Lauro ha espresso, anche in virtù della formazione musicale delle generazioni più giovani: "L'Italia ha bisogno in un programma in cui i ragazzi credano. Io vengo da un contesto rimano periferico nel quale se dici che vuoi fare il cantante non vieni preso sul serio. Spero saremo motore per ragazzi che vogliono fare questo lavoro."