Festa grande a Genova per i primi casting di X Factor 7 alla presenza dei giudici (Simona Ventura, Elio, Morgan e la new entry Mika). Il prossimo e ultimo appuntamento per avere una chance di partecipare al talent di Sky Uno è fissato a Milano dal 17 al 19 giugno. Le prime date di Napoli e Milano hanno già attirato 30 mila iscritti, tutti decisi a diventare l'erede di Chiara Galiazzo.
Con il conduttore Alessandro Cattelan e il responsabile della produzione Sky Niels Hartmann, la rappresentanza della squadra della prossima edizione è pronta a svelare le prime anticipazioni per il 2013-2014. Le selezioni andranno in onda dal 26 settembre con 4 puntate, ma sarà giovedì 24 ottobre il vero debutto: in dodici, divisi per 4 categorie ancora da assegnare, dovranno dimostrare al pubblico grinta e talento da star.
Dopo i risultati dell'ultima edizione, le attese sono alle stelle.
Come vi state preparando per esserne all'altezza? Niels Hartmann: La sfida è contro noi stessi. Dopo il successo della scorsa edizione vogliamo rendere X Factor ancora più forte grazie ad una serie di cambiamenti, tra cui l'apertura a hip hop e rap e la presenza di Mika, che qui a Genova ha debuttato dimostrando grande fantasia e intelligenza. Per le home visit andremo a Berlino e Dublino e il live a Milano cambia location e raddoppia il pubblico in studio. Lo scopo è creare setting da concerti pop adatti alle future popstar che stiamo cercando. Siamo al lavoro per avere un buon raccolto di 12 finalisti. Il nostro talent è diventato un programma cult e funziona anche perché la gente lo vede attivamente e partecipa. Il nostro accordo prevede tre anni di produzione e infatti stiamo già pensando alla prossima edizione. Ai casting di Milano ad assistere alle esibizioni ci sarà anche Fedez in qualità di super ospite.
Com'è il livello dei partecipanti ai casting finora? Alessandro Cattelan: Gli aspiranti concorrenti sono molto bravi, me ne sono accorto fin dai pre-casting affollatissimi. Questi numeri fanno piacere, ma quello che serve è la qualità. In generale il livello medio è maggiore rispetto all'edizione precedente.Simona Ventura: Quest'anno i concorrenti hanno capito cosa stiamo cercando e se cantano in maniera tradizionale non si presentano. Vogliamo originalità e bravura e se l'aperitivo è quello che stiamo vedendo a Genova, allora fa ben sperare per il pranzo e la cena! In questo ci ha dato una grossa mano Mika, a cui faccio subito i complimenti. Io non ne sarei stata capace...
Quanto puntate sull'internazionalità? Simona Ventura: Mika ci apre ad un respiro internazionale che avevamo voglia di avere e non lo dico solo perché mi sta aiutando ad esercitare il mio inglese. Ogni anno tiriamo fuori una luce nella musica italiana che poi abbia successo e venda dischi e io non potrei che essere contenta di imparare da giudici così bravi. Quest'anno sono l'unica signora in giuria: che dire? Si sta bene!
In passato hai detto di no ad altri talent. Perché la scelta è ricaduta sull'Italia? Mika: Sono affascinato dall'Italia, dalla musicalità della lingua ai sapori. E a X Factor 7 ho trovato l'occasione per conoscerla meglio. Morgan mi ha dato una serie CD e mi fa lezione sulle tradizioni regionali della musica di questa terra.
Cosa ti piace e cosa no di quello che stai vedendo ai provini? Mika: A volte le performance più piccole sono quelle dal potenziale maggiore, come la ninna nanna del Mississipi che hanno eseguito durante un'audizione, la stessa che mi cantava mamma da piccolo. Altre, invece, si vuole essere internazionali a tutti i costi, ad esempio cantando il repertorio di Hannah Montana, ma si ottengono solo copiature, senza essere originali. Forse dovrei essere più machiavellico nel giudizio e studiare le mosse in anticipo come si fa a scacchi, ma non ci riesco e sono impulsivo.Si diceva che non sareste tornati. Cosa vi ha fatto cambiare idea?
Elio: Ci ho pensato a lungo e ho capito una cosa importante: si parla troppo di Mika e poco del fatto che io sia senza baffi, la vera attrazione di X Factor 2013 (ride). Gli anni passati sono serviti a puntare ancora più in alto, ma per questa edizione prometto di eliminare le impalcature scegliendo un abbigliamento talmente antiquato da risultare rivoluzionario, con giacca e gilet.
Morgan: Lo faccio perché per me è una gara-gioco, una componente importante nella mia vita, una specie di dopo-lavoro ferroviario che mi rilassa e mi distrae dal mio vero impiego. È un gioco, sì, ma serio perché prende tanto. Qui mi sento a casa perché amo la musica e sono tornato indietro nelle mie perplessità perché c'era ancora divertimento a X Factor. In questa edizione voglio spingermi, musicalmente parlando, in un terreno che non conosco, nella terra desolata e ignota che non abbiamo esplorato.
Elio: Anch'io con Mika sono serio (ride) e quindi gli darò i CD di Elio e le storie tese. Lo ammiro perché al posto suo sarei terrorizzato...
Mika: Io sono terrorizzato infatti...
Elio: ... E probabilmente mi avrebbero cacciato dal programma. C'è una parola per descriverlo: sveglissimo. Capisce tutto al volo e ascolta sempre.
Simona Ventura: Io gli farò conoscere non solo Mina e Lucio Battisti ma anche Tiziano Ferro e Laura Pausini.
Piero Pelù è stato considerato "il Morgan di The Voice of Italy. Cosa ne pensi? Morgan: I giornalisti hanno messo me e Piero uno contro l'altro, ma siamo amici da sempre e trovo assurdo che si pensi che nei suoi comportamenti voglia fare riferimento a me. Mi ha telefonato per dirmi che non c'entra niente e ovviamente gli credo: comunque, dopo di me, Pelù resta l'unica vera rock star italiana. Per il resto posso solo dire che The Voice ha giudici molto preparati e uno di loro, Noemi, l'ho preparato io. Riccardo Cocciante è un grandissimo e Raffaella Carrà resta la colonna portante del nostro entertainment.
Si sente parlare molto dello "psicodramma di Morgan". Di cosa si tratta? Morgan: Nella musica l'interpretazione dev'essere psicodramma, appartenere davvero al personaggio, per questo voglio applicare un inconscio a fior di pelle quando si canta. Saremo esposti in modo profondo mettendoci a nudo con i nostri dolori e i nostri piaceri. Il risultato sarà spettacolare ma non vi aspettate che diventi un reality. Sto parlando del livello interpretativo per permettere al pubblico di identificarsi completamente nel brano e creare qualcosa di esplosivo. Quello che è privato resta tale, quindi niente lacrime. Noi non creiamo la voce della musica, ma la luce della musica, per questo gli altri talent guardano a noi e non viceversa. Io, infatti, non ne guardo nessuno.