Back to Music è la parola d'ordine di X-Factor 2020, un'edizione che nasce in un contesto diverso dal solito. Perché, lo dice il testo che accompagna le immagini mostrateci in anteprima, "tutto è cambiato. Abbiamo smesso di abbracciarci... ma non abbiamo mai smesso di cantare." Ripartiamo quindi da lì, dal canto e da chi canta, dai protagonisti e dalle storie, a partire dal 17 settembre su Sky Uno e Now TV, con la lunga fase di selezione che si protrarrà per sei settimane e ci condurrà ai live che debutteranno il prossimo 29 ottobre. Come sempre, ma con un focus diverso in quest'anno particolare.
Ritorno alla musica, ritorno alle storie
Il primo cambio evidente è nell'assenza di pubblico nella fase di casting, nel tavolo dei giudici "più grande per permettere distanziamento", nella scenografia tecnologica ed essenziale. Un cambio di superficie che rispecchia quello nell'anima del programma, che nasce da una riflessione iniziata già prima della situazione in cui ci siamo ritrovati da marzo, alla chiusura della passata edizione che, pur impeccabile nella forma, aveva rotto qualcosa nel rapporto col suo pubblico. "Avevamo Alessandro Catelan con noi" ha raccontato Nicola Maccanico, "ma il resto era tutto da costruire." Ed è stato ricostruito facendo sì che la musica fosse parte di un racconto. "Ci siamo accorti che quel discorso sulle storie andava accentuato ancora di più" ha continuato Maccanico, sottolineando come il Covid sia stato un'acceleratore per molti settori.
"Con Sky abbiamo lavorato sempre ingrandendo" ha spiegato Gabriele Immirzi, CEO di Freemantle, "mentre quest'anno abbiamo dovuto innovare in modo diverso, usando più la testa e il cuore e meno i muscoli. Abbiamo rimesso al centro la musica, il vero contenuto dello show. Abbiamo dato voce ai ragazzi e abbiamo scoperto una generazione attenta, molto consapevole e molto aperta, che trasmette quei valori positivi in cui crede anche la redazione di questo programma: inclusione, non violenza, accettazione. Portare questi contenuti e questi messaggi in onda è una nostra responsabilità". Anche Nils Hartman di Sky si è espresso riguardo le novità, sottolineando come "questa costrizione a stare in uno studio, dove abbiamo tolto il palco e messo i ragazzi sullo stesso piano dei giudici, ha creato un racconto più intimo e vero rispetto al passato."
La sfida di fare un passo indietro
È stata una sfida, indubbiamente, perché "quando hai un format longevo, si è obbligati a chiedersi come continuare a dargli un senso di volta in volta" ha spiegato ancora Eliana Guerra, un'autrice di X-Factor, che ha raccontato anche il diverso processo di casting: "con tutti i ragazzi e giovani artisti per la prima volta non ci siamo conosciuti con adunate, folle e bandiere di X-Factor, ma in "mutande", da stanza a stanza. Da quella cosa non puoi tornare indietro, non potevamo non considerarlo un punto di partenza. Anche quando ci siamo mossi per andare a incontrare alcuni dei ragazzi che ci sembravano più interessanti, tutto è avvenuto in maniera straniante, in salette, con mascherine. Tutto questo ha messo al centro la musica e la persona."
Una particolarità legata al periodo che hanno cercato di evocare anche nel lavoro sulle scenografie. "Abbiamo deciso di restituire quel senso di spaesamento che tutti quest'anno abbiamo provato" ha continuato la Guerra, che ha raccontato come abbiano trovato i ragazzi in un momento in cui avevano avuto modo di riflettere e scrivere, ed è il motivo dei tanti brani originali avuti in questa edizione. Si sono seguiti scrupolosamente tutti i protocolli e si continuerà a farlo. Per questo è ancora incerto il formato che avranno i live, con pubblico ma con modalità che verrano vagliate man mano che ci si avvicinerà. "Stiamo cercando di organizzare la produzione per blocchi nei gruppi di lavoro, in modo da poter allontanare a isolare una eventuale persona positiva e le persone relative a quel gruppo, permettendo alla macchina di andare avanti."
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I giudici tra certezze e novità
Una macchina produttiva che nella selezione dei giudici si è affidata sia a certezze dal passato che a novità per portare aria nuova. Ognuno con "la propria visione e il proprio punto di vista". La prima delle new entry è Emma Marrone, che ha dichiarato di vivere l'esperienza con molta onestà. "Il fatto di esser stata dall'altra parte mi fa capire che in certi casi bisogna avere una forma di empatia con le persone, cosa che succede molto raramente oggi. Cerco di essere sincera, dico quel che penso e non mi faccio influenzare dagli altri giudici." Al suo fianco Manuelito, Hell Raton, che nel vedersi su schermo ha raccontato di "aver sconfitto un grande demone, perché da sei mesi a questa parte sono diventato uno streamer, ma non sono mai riuscito a rivedermi. Oggi l'ho fatto perché ho voluto dare un esempio ai miei ragazzi, che non sentissero che è solo retorica. Alla gara voglio applicare le regole del mio team, scoprire talenti, intuire quando c'è un talento grezzo e completarlo a 360 gradi."
Tra le certezze c'è Manuel Agnelli, che ha spiegato come sia ancora più importante "parlare di musica ora che è ferma. In televisione non ce n'è mai abbastanza e il progetto di quest'anno mi ha intrigato molto" facendogli superare le perplessità di quando si era allontanato da X-Factor. "Senza pubblico c'è modo di rendere diversa la discussione, di parlare di musica in modo meno spettacolarizzato, di avere un rapporto diverso con gli artisti, più a loro agio e più sinceri." Anche Mika torna a X-Factor dopo del tempo e dopo tante chiamate da programmi di tutto il mondo: "ho accettato perché è una sfida, per la situazione e per una direzione artistica nel modo di concepire questa edizione che è molto interessante. Il format è quello, ma c'è un modo nuovo di raccontare storie ed emozioni."
L'ultimo anno di Alessandro Cattelan?
X-Factor 2020 potrà essere l'ultimo con Alessandro Cattelan alla guida? La risposta del conduttore è cauta, dopo aver annunciato più volte che sarebbe stato il momento di fermarsi. "Ne parliamo più avanti" ci ha detto, "dieci sono un buon numero, un numero tondo. È vero che da un po' di anni penso di cambiare, ma è un programma talmente bello che è difficile lasciarlo. Un programma a cui devo molto e a cui penso di aver dato tanto a mia volta." E questa edizione arriva dopo un periodo complesso, in cui Cattelan non si è mai fermato. "In radio non ho mai smesso di andare in onda ed è stato il più difficile della mia carriera. Era difficile trovare il registro giusto. Ma sono stato anche tra i primi a tornare in televisione, con EPCC andato in onda senza pubblico. La vita delle persone è fatta anche di qualcuno che li faccia ridere, la nostra missione è anche quella ed è giusto andare avanti."
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