Wolf Hunter, la recensione: c'è qualcosa di più pericoloso del lupo cattivo

La recensione di Wolf Hunter: Midnight Factory ci fa scoprire un thriller horror canadese nel quale un lupo minaccia una famiglia che vive in un luogo selvaggio. Ma il vero pericolo è un altro.

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Wolf Hunter: Camille Sullivan in una scena del film

Un'ambientazione selvaggia e ostile, uno degli animali da sempre più temuto per la sua ferocia, una famiglia dedita per scelta a una vita difficile e solitaria, ma anche le sorprese che arrivano dalla natura dell'uomo. C'è un po' tutto questo in Wolf Hunter, (in originale Hunter Hunter) horror thriller canadese del 2020 diretto da Shawn Linden, che abbiamo scoperto ora grazie alle sempre preziose uscite homevideo della Midnight Factory. Come vedremo nella recensione di Wolf Hunter, aspettatevi di entrare in una sorta di survival dalle atmosfere iniziali molto light, che però nel finale è pronto a cambiare drasticamente registro, rivelando la sua natura e accelerando verso lo splatter.

Una vita solitaria nel bosco messa in pericolo da un lupo

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Wolf Hunter: Devon Sawa in una scena del film

L'ambientazione di Wolf Hunter è già un manifesto: una terra sperduta e fredda nei boschi canadesi, un simbolo della solitudine ricca di pericoli. Ma è una vita che Joseph (Devon Sawa) e sua moglie Anne (Camille Sullivan) hanno scelto con convinzione, anche per la loro figlia ormai adolescente Renée (Summer H. Howell). La famiglia per campare caccia e vende pellicce, il padre inizia già a insegnare alla figlia come si cacciano e si scuoiano le bestie, finché un lupo particolarmente feroce non mette in pericolo non solo la loro incolumità, ma compromette anche le trappole che per loro sono fonte di vita.

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Wolf Hunter: Nick Stahl e Summer H. Howell in una scena del film

Deciso a risolvere la questione una volta per tutte e a catturare il pericoloso predatore, Joseph lascia la sua famiglia per andare a caccia dell'animale, ma nei boschi farà delle scoperte macabre e scioccanti. Mentre la sua assenza si prolunga, Anne e Renée trovano intanto vicino alla loro abitazione un uomo di nome Lou (Nick Stahl) che si lamenta, ferito probabilmente dal lupo. Joseph non torna, e mentre Anne cura e ospita Lou, inizia a sospettare che nei boschi potrebbe esserci qualcosa di ancora più pericoloso del lupo.

La natura e uno sviluppo banale che però suscita attesa e tensione

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Wolf Hunter: Lauren Cochrane in una scena del film

Potremmo definirlo un thriller-horror quasi ambientalista, dalla location affascinante, nel quale la natura gioca un ruolo fondamentale nell'alimentare la tensione e in fondo il messaggio di lasciarla in pace emerge tra le pieghe del racconto. Ma Wolf Hunter si smarca anche da questa possibile etichetta, è sfuggente perché il suo sviluppo è un po' anomalo, soprattutto fra la prima parte e quella finale. C'è un'estrema lentezza nella fase iniziale del racconto, le cose si svolgono in maniera tranquilla, l'unico problema sembra la presenza di un lupo che in certe zone però rappresenta quasi una banalità, come sottolineano anche le forze dell'ordine quando interpellate.

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Wolf Hunter: Summer H. Howell e Camille Sullivan in una scena del film

In fondo la sua presenza è nell'ordine delle cose, rappresenta la normalità: del resto quando si sceglie di vivere in certi luoghi isolati e selvaggi, è l'uomo a essere fuori posto, non certo il lupo. In ogni caso, in questo clima fin troppo placido e tranquillo per un thriller, Shawn Linden ha l'abilità di creare comunque un costante senso di inquietudine, quasi di vigile e curiosa attesa per qualcosa che dovrà per forza accadere.

L'inattesa virata splatter in un finale maestoso e cruento

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Wolf Hunter: Summer H. Howell in una scena del film

A mancare di mordente per una larga parte del film è proprio il fulcro della questione, che risulta troppo debole e afflitto da una certa ripetitività. Oltre che da alcune scelte dei protagonisti che come spesso accade, al di fuori della finzione cinematografica, sembrerebbero davvero assurde. Però la curiosità di sapere, nonché l'istinto di chiedersi "non è mica tutto qui?", bisogna dire che funziona, perché alimenta un desiderio quasi morboso di capire qual è il vero nocciolo del film: perché in effetti l'orrore non può essere tutto in un lupo che con un colpo di fucile scappa via.

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Wolf Hunter: Devon Sawa in una scena del film

Finché non si scopre che il vero problema è un altro, ed è lì che Wolf Hunter si rivela nella sua essenza e decolla con decisione, spiccando il volo verso un finale maestoso e cruento, con un'inattesa e improvvisa virata verso lo splatter più efferato e feroce che ripaga lo spettatore dell'attesa. Il tutto per scoprire che i veri lupi famelici sono altri, che il reale pericolo non viene dal pur feroce animale, e concludere che in sostanza, l'uomo può essere molto più cattivo del lupo.

Il Blu-ray: video suggestivo, audio coinvolgente e un booklet illustrato

Wolf Cover

Come detto, Wolf Hunter è uscito in homevideo grazie a Plaion Pictures e alla sua etichetta Midnight Factory. Abbiamo potuto apprezzare il blu-ray, un'edizione sempre ben curata nella consueta slipcase e arricchita da un booklet di 12 pagine. Il video è ottimo e regala un dettaglio molto efficace non solo sui primi piani dei protagonisti, ma anche dei boschi e dell'ambientazione, oltre che delle panoramiche, conservando un buon senso di profondità e una suggestiva compattezza anche nelle tante scene scure. Ottima la resa cromatica sulla vegetazione, con tonalità tipicamente autunnali che poi diventano più vivaci nei momenti più efferati.
Applausi anche per l'audio, con le tracce DTS HD 5.1 Master Audio sia per l'italiano che per l'inglese che riescono a trasmettere la giusta tensione, con una spazialità accentuata e una buona dinamica. Gli effetti sonori hanno sempre una precisa dislocazione, fondamentale per i rumori nel bosco, mentre in alcune scene anche il sub si fa sentire. Perfetti i dialoghi. Negli extra solamente il trailer, ma ricordiamo che c'è il booklet di approfondimento.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella recensione di Wolf Hunter, l’horror thriller ad ambientazione boschiva firmato da Shawn Linden, che racconta la vicissitudini di una famiglia alle prese con un lupo in una selvaggia zona canadese, ha una prima parte soft che lascia perplessi per ritmo e narrazione. Ma nella parte finale rivela la sua vera natura e assieme alla soluzione del mistero regala un finale moto suggestivo dai toni decisamente forti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L’ambientazione ostile e la natura giocano un ruolo affascinante.
  • Il finale a tinte forti è visivamente molto suggestivo.
  • Il passaggio allo splatter è improvviso e sorprendente.

Cosa non va

  • La prima parte soffre di un plot troppo debole.
  • Alcuni passaggi narrativi sono un po’ forzati.