Fino al 2015, quello della Regina Vittoria è stato il regno più lungo della Gran Bretagna, durato 63 anni 7 mesi e 2 giorni, superato solo da quello di Elisabetta II, sua pronipote. È interessante come le due regine, le più longeve della storia, quest'anno si siano passate il testimone anche in televisione: dal 28 agosto al 9 ottobre, su ITV, è infatti andata in onda Victoria, mentre il 4 novembre su Netflix è arrivata The Crown, serie con Claire Foy nel ruolo della giovane Regina Elisabetta II, vincitrice di due Golden Globe, alla migliore serie drammatica e protagonista femminile.
Scritta da Daisy Goodwin e Guy Andrews, Victoria racconta il regno della Regina Vittoria, interpretata da Jenna-Louise Coleman, per anni Clara Oswald, companion del Dottore in Doctor Who, partendo dalla sua incoronazione, avvenuta il 20 giugno 1837, quando Alexandrina Victoria, questo il suo nome completo, aveva appena diciotto anni. La serie, composta da otto episodi e già rinnovata per una seconda stagione, che debutterà questa estate, arriva ora in Italia su LaEffe, canale 139 di Sky, dove andrà in onda ogni venerdì alle 21:10 a partire dal 3 marzo.
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Victoria, la regina che ha dato il nome a un'epoca
Nipote di Guglielmo IV, ritiratosi a Windsor, dopo la morte dello zio Alexandrina Victoria, ancora adolescente, sale al trono e non è assolutamente preparata ad assolvere al suo compito: infantile e con ancora molto da imparare, la nuova regnante viene presto bollata come inadatta a governare da chi le sta intorno, l'aspirante Primo Ministro Sir Robert Peel (Nigel Lindsay), l'ufficiale Sir John Conroy (Paul Rhys), suo zio il Duca di Cumberland (Peter Firth) e perfino sua madre, Marie Luise Victoire (Catherine Flemming), Duchessa del Kent, che cercano di screditarla per limitare il suo potere, architettando un piano per far credere che la neo reggente sia affetta dalla stessa malattia mentale del nonno. Grazie al sostegno di Lord Melbourne (Rufus Sewell), Primo Ministro uscente di cui Victoria non solo si fida, ma è anche infatuata, la regnante riesce a schivare i colpi che le vengono inferti, cominciando a capire i complessi meccanismi del suo compito.
In otto episodi, il capitolo numero uno di Victoria racconta i primi cinque anni dell'epoca vittoriana: dall'espansione dell'Impero Britannico fino alla seconda Rivoluzione Industriale, il regno di Victoria ha segnato un periodo storico fondamentale non solo per il Regno Unito, ma anche per gli equilibri politici del mondo intero. Per raccontare questo periodo fondamentale, ITV non ha badato a spese: costumi e location sono splendidi (Castle Howard fa le veci di Kensington Palace, Harewood House prende il posto di Buckingham Palace, Carlton Towers è il Castello di Windsor e Beverley Minster la controfigura dell'Abbazia di Westminster), la musica di Martin Phipps e Ruth Barrett si fa ricordare e il cast è di alto livello, a partire dalla protagonista Jenna Coleman, che sa perfettamente passare dall'adolescente ingenua alla sovrana scaltra in grado di difendersi dagli intrighi di corte.
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La donna dietro la corona
Come in The Crown, Victoria si concentra però soprattutto sulla figura privata della regina, un aspetto che si può solamente intuire e immaginare, che i libri di storia non sono in grado di afferrare. Trattata costantemente come una regnante di serie B solamente perché donna, Victoria dà prova invece di essere perfettamente in grado di rappresentare la Corona, dimostrando anzi di poter dare un valore aggiunto al suo governo in quanto moglie e madre. È interessante come alcune delle figure chiave nel percorso di emancipazione femminile siano delle donne coinvolte in un mondo per definizione conservatore come la monarchia: la serie di ITV centra questo tema, anche se la scrittura, soprattutto quella dei dialoghi, non raggiunge le vette di The Crown. Ben confezionato e recitato, Victoria è sicuramente un buon prodotto televisivo, che si unisce al filone "royal drama", di cui fanno parte anche I Tudors - Scandali a corte e il guilty pleasure The Royals, che in questi ultimi anni fa impazzire il pubblico (non soltanto) inglese.
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Movieplayer.it
3.0/5