Nella nostra recensione di Un passato da cancellare, un film drammatico/poliziesco argentino uscito su Netflix il 27 luglio 2022, scopriremo qual è il destino di Pipa nel terzo e ultimo film della serie composta da altre due pellicole intitolate Perdida e L'amica. La produzione è della FAM Contenidos in collaborazione con Lifetime Television e Netflix e il film è diretto da Alejandro Montiel che porta sullo schermo una sua sceneggiatura, scritta insieme a Florencia Etcheves e Mili Roque Pitt.
Il cast del film, che ha una durata di circa 1 ora e 56 minuti, vede Luisana Lopilato nei panni di Pipa, Mauricio Paniagua in quelli di Rufino e Inés Estévez nel ruolo di Etelvina. Le riprese si sono svolte in Argentina, in particolare a Buenos Aires e zone limitrofe nel territorio del Distretto federale, mentre la trama si basa sui libri creati dalla penna della scrittrice Florencia Etcheves.
La storia del film drammatico con atmosfere poliziesche
Manuela Pipa Pelari non è più la donna di una volta: l'agente è riuscita a sopravvivere al periodo passato nel Dipartimento di polizia federale, infrangendo le regole e portando con sé oscuri segreti, e ora ha deciso di cambiare vita. Dopo aver lasciato libera la spacciatrice Cornelia Villalba, ha lasciato il lavoro e la sua esistenza è letteralmente andata in pezzi.
Questo terzo lungometraggio abbandona l'universo urbano delle due puntate precedenti per trasferirsi a La Quebrada, cittadina di Jujuy dove, diversi anni dopo le vicende dei primi due film, dove la protagonista si è stabilita grazie all'aiuto di sua zia Alicia (Paulina García). Ora Pipa vive quasi isolata dal mondo, cercando di crescere Tobías (Benjamín del Cerro), suo figlio adolescente. Improvvisamente a La Quebrada viene rinvenuto il cadavere carbonizzato di un'adolescente in mezzo alle montagne: la protagonista si ritrova quindi nuovamente immersa in un contesto segnato da machismo, corruzione delle forze politiche, interessi economici, mancanza di giustizia e razzismo nei confronti delle comunità legate ai popoli nativi che la costringono a tornare all'azione.
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In un ambiente sempre più sordido e rarefatto, Pipa troverà un po' di solidarietà nella zia, in alcune donne che decidono di aprirsi con lei nonostante la paura e, soprattutto, in Rufino Jerez (Mauricio Paniagua), un poliziotto emergente che dovrà scegliere tra la sua fedeltà alle forze dell'ordine e la sua appartenenza a una comunità che è palesemente vittima di un sistema ingiusto.
I primi due capitoli della trilogia
Un passato da cancellare, come accennato in precedenza, è il terzo e ultimo film che Netflix ha deciso di dedicare al personaggio di Pipa: il primo capitolo della saga è uscito nel 2018 e si intitola Perdida. All'epoca la protagonista indagava sulla scomparsa di Cornelia Villalba, un'adolescente di cui si erano perse le tracce dopo che aveva partecipato a una festa in Patagonia.
Nel 2020, invece, l'indomita poliziotta è stata la protagonista de L'amica che, a differenza del titolo precedente, è uscito direttamente su Netflix bi-passando le sale cinematografiche argentine. La storia, presentata come un prequel, narrava le vicende relative agli anni in cui Pipa era appena uscita dall'accademia di polizia e lavorava con Francisco Juanez, un ispettore dai metodi investigativi controversi.
Un passato da cancellare: punti di forza e di debolezza
I problemi del film sono molteplici: innanzitutto il personaggio di Pipa non è convincente, non tanto per l'interpretazione della Lopilato che ci regala un'ottima performance, quanto per la caratterizzazione del personaggio. Il più grande difetto dell'intero film è che cerca di trattare troppi argomenti e tematiche sociali confondendo la storia principale con una miriade di sottotrame che rendono disorganico il messaggio centrale. Durante le quasi due ore di durata del film, ci sono molti momenti poco chiari e caotici che, nella maggior parte dei casi, si rivelano ridondanti e stucchevoli senza aggiungere alcun valore alla storia principale.
Questo aspetto viene reso ancora più complicato dalle sequenze di transizione brusche tra una scena e l'altra: molte scene della pellicola non hanno il tempo di evolversi prima di passare a quella successiva. Si ha quasi la sensazione che il montaggio sia stato realizzato frettolosamente senza pensare approfonditamente a come passare dal punto A al punto B. Il ritmo della storia, di conseguenza, appare sconnesso mentre la narrazione salta da una scena all'altra.
Un passato da cancellare è un film che si potrebbe voler guardare se si sono già visti i precedenti capitoli e ci si è affezionati ai retroscena dei personaggi. In caso contrario la pellicola è deludente, confusa e incapace di fornire alcun elemento originale al fine di entusiasmare i nuovi spettatori, attratti dalla classica storia di una poliziotta in pensione che abbandona la sua serafica quiete per risolvere un ultimo caso.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione di Un passato da cancellare ribadendo che la pellicola non è all'altezza delle aspettative per quanto concerne i nuovi spettatori: potrebbe invece entusiasmare i fan del franchiste di Pipa.