Dopo averlo portato in teatro nel 2017, Jonathan Butterell ha diretto anche il film Tutti parlano di Jamie, musical scritto e musicato da Tom MacRae e Dan Gillespie Sells, disponibile su Amazon Prime Video dal 17 settembre. Prima ancora di uno spettacolo, la storia di Jamie Campbell, ragazzo inglese che sognava di diventare una drag queen e si è vestito da donna al ballo della scuola, è stata raccontata dal documentario realizzato da BBC3 nel 2011 "Jamie: Drag Queen at 16".
Nella versione cinematografica di Tutti parlano di Jamie a interpretare il protagonista Jamie New è l'esordiente Max Harwood. Con lui anche Richard E. Grant, proprietario di un negozio di vestiti vintage che gli insegna tutto ciò che sa sull'essere una drag queen (la sua interpretazione vale la visione) e Lauren Patel, che ha il ruolo di Pritti Pasha, migliore amica del protagonista, che porta il velo e sogna di diventare medico.
Abbiamo incontrato via Zoom il regista Jonathan Butterell e l'attrice Lauren Patel: il segreto del film è stato provare, provare, provare!
Intervista a Jonathan Butterell e Lauren Patel
Tutti parlano di Jamie, la recensione: su Prime Video il musical sulla rivoluzione drag
Tutti parlano di Jamie: le scarpe rosse
Amo la scena con le scarpe "alla Dorothy": quanto è importante quella sequenza?
Jonathan Butterell: Jamie appartiene a una comunità proletaria. Sua mamma lavora in un piccolo supermercato e guadagna pochi soldi. Quindi quello è un regalo enorme da parte sua. Non soltanto in termini di soldi. Ma anche per ciò che quelle scarpe significano. È difficile camminare con quelle scarpe: letteralmente e metaforicamente. Per lei dare a suo figlio di 16 anni quelle scarpe e dirgli: vai, trova la tua strada con queste, è un passo gigantesco, perché non è detto che capisca necessariamente il mondo drag. Ma sa che ama suo figlio e vuole dargli quelle scarpe perché sa che lo renderanno felice. In quel momento, quando gliele dà, è nervosa: è come vedere i piccoli volare via dal nido. È un momento molto delicato, specialmente per una madre.
Max Harwood, protagonista di Tutti parlano di Jamie: "Sono il Tom Cruise dei tacchi a spillo"
Tutti parlano di Jamie: essere se stessi
Pritti dice a Jamie: "Smettila di aspettare il permesso di essere te stesso". È un suggerimento che dovremmo seguire tutti, ma non è facile. Come si fa?
Jonathan Butterell: Trovando un equilibrio. Quando nasciamo siamo noi stessi. È il mondo esterno che ci giudica. E questo ci cambia interiormente, perché abbiamo paura di esprimerci. Non abbiamo bisogno del permesso di essere noi stessi: lo siamo già. Il film mostra che non si tratta soltanto di noi stessi: viviamo in una comunità. Dobbiamo accettarci l'un l'altro come diversi, speciali, unici. Abbiamo tutti qualcosa che ci accomuna. In questo film è il bisogno di esprimere la nostra gioia.
Lauren Patel: Non sono sicura: sono solo una ragazza di 22 anni inglese, non ho tutte le risposte! Alla fine bisogna dare priorità alla propria felicità.
Tutti parlano di Jamie: essere una drag queen
Jamie si rende conto che l'arte drag non è solo un reality show, ma una rivoluzione. Quanto era importante per voi rendere giustizia al mondo drag?
Jonathan Butterell: Molto importante: l'arte drag è un modo per esprimere se stessi. Per dire: questo sono io in tutta la mia favolosità e la esprimo in questo modo. In Drag Race RuPaul dice: "Nasciamo tutti nudi, il resto è drag". Tutti abbiamo la nostra versione del drag. Magari non è avere labbra e vestiti favolosi, magari è qualcosa di molto semplice, ma resta un modo di esprimerci liberamente, senza vergogna, con grande gioia. Penso sia questa la rivoluzione. Questo è il posto a cui apparteniamo tutti e qualsiasi sia il tuo modo di esprimerti e trovare la tua felicità hai il diritto di farlo.
Tutti parlano di Jamie: provare, provare, provare!
Il personaggio di Richard E. Grant dice a Jamie: provare, provare, provare! Quanto è importante provare e quanto avete provato i numeri musicali?
Jonathan Butterell: Provare, provare, provare: è la storia della mia vita! Lavoro, lavoro, lavoro! Abbiamo provato molto, soprattutto i numeri musicali. Kate Prince, la nostra coreografa, ha lavorato con tutti i ragazzi per diverse settimane. Abbiamo fatto un boot camp. Hanno partecipato tutti, compreso Max, che interpreta Jamie, e abbiamo lavorato moltissimo. Per molti di loro era il primo film, non avevano mai lavorato prima. Per Max è stato il primo lavoro da professionista. Certamente ci sono voluti prove e allenamento. Hanno tutti dimostrato grande talento, ma per farlo emergere devi lavorare molto.
Lauren Patel: Abbiamo provato giorno e notte. Abbiamo fatto il "boot camp di Jamie": ci siamo chiusi in una sala da ballo, provando i numeri tutto il giorno. Non sono una ballerina, non avevo mai ballato prima, quindi ho dovuto provare, provare, provare per non sembrare un'idiota nel film!
Tutti parlano di Jamie: i giovani oggi sono più aperti
La nuova generazione è più aperta dell'insegnante: è così? I giovani oggi sono più aperti e capiscono che siamo tutti sulla stessa barca?
Jonathan Butterell: I giovani oggi hanno una visione diversa rispetto a quando ero giovane io. La conversazione è diversa e più aperta. Ma non dappertutto e non per tutti. Il confronto deve continuare e dobbiamo diffonderlo e continuare a raccontare storie. Quella di Jamie è una storia tra tante. Ci sono tante persone diverse e tutte meritano rappresentazione. Però sì: il confronto sta cambiando e deve andare avanti.
Quanto è importante fare ciò che ti rende felice nella vita?
Lauren Patel: È incredibilmente importante: alla fine è la tua vita. Non puoi viverla compiacendo altre persone, o senza essere te stesso in modo autentico, avendo paura di ciò che potrebbero dire o pensare gli altri. Le persone accanto a te vanno e vengono, sei tu che vivi con te stesso.