Quando si parla di Julien Temple si chiama in causa la musica e questo non perché il nome evochi qualche assonanza particolare, ma per aver legato il suo destino artistico con quello di gruppi storici che hanno contribuito a scrivere la storia del movimento punk. La sua prima esperienza nel cinema risale al 1980 con La grande truffa del Rock 'n' Roll, quello che oggi chiameremo un docu-film sull'ascesa e il declino dei Sex Pistols raccontati dal manager Malcolm McLaren. Nel 1986 arriva Absolute Beginners con cui scuote la critica e il mondo artistico inglese. Si tratta di un film a sfondo musicale con cui Temple racconta una Londra post seconda guerra mondiale ma ancora pre Beatles e Rolling Stones, inserendo anche le rivolte razziali del 1958. Pur vantando un cast importante come David Bowie, Sade e Patsy Kensit, il film venne duramente stroncato dalla critica, trasformandolo cosi in un flop al botteghino ed in un cult movie riscoperto anni dopo.
Ma Julien Temple è anche Sex Pistols - Oscenità e furore e Joe Strummer: il futuro non è scritto, documentario sulla vita di Joe Strummer, cantante e chitarrista dei Clash. Oltre a ripercorrere le tappe di una carriera eccezionale. Per questi motivi e per l'influenza che ha esercitato nel mondo artistico, il Festival di Torino ha deciso di premiare Julien Temple con il Gran Premio Torino, invitandolo a condividere i ricordi di una vita.
Punk Revolution
Inutile precisare che incontrare Julian Temple vuol dire fare un salto indietro nel tempo e ritornare in un panorama musicale inglese assolutamente nuovo e rivoluzionario. Il movimento punk, nato alla metà degli anni Settanta, è destinato a toccare molti ambiti artistici come la moda, con la regina assoluta Vivienne Westwood, e a scuotere anche l'opinione pubblica. La realtà, però, era molto più complessa. A complicare la situazione, infatti, c'era una frattura interno al movimento che ha causato tra i sostenitori unos schieramento deciso. "All'inizio ho lavorato attivamente sia con i Clash che con i Sex Pistols, filmando indifferentemente le loro performance - ricorda Temple - le cose però stavano cambiando, visto che ad un certo punto proprio il menager dei Clash mi obbligò a fare una scelta. Era in atto uno scisma nel movimento e bisognava prendere delle posizioni. Io decisi di rimanere dalla parte dei Sex Pistols. Da quel momento il mio lavoro fu rivolto a mettere in luce gli elementi positivi del punk e non quelli negativi di distruzione e fascismo. Volevo far capire che si trattava di un movimento di liberazione dove non c'era spazio per bigottismo e razzismo." Nonostante siano passati molti anni l'attività di Temple sembra essere ancora al servizio di una ricostruzione storico/musicale di questo genere. "Attualmente sto realizzando un film per la tv utilizzando la musica dei Clash. Tutto è incentrato sulla notte del capodanno 1977, in cui venne inaugurato il Roxy Club proprio con un loro concerto. Considerate che il materiale di repertorio fino ad ora non è mai stato mostrato, quindi si tratta di un'esclusiva unica.
La musica trentacinque anni dopo
Oggi il linguaggio musicale è diverso, anche se non migliore, e soprattutto utilizza dei canali completamente diversi. Ma, esattamente, cosa è successo nell'arco di questi trentacinque anni? "Uno degli scopi del punk e di alcune band come i Sex Pistol era distruggere il business delle case discografiche. Più o meno dopo trent'anni questa industria si è uccisa da sola per il semplice fatto di non aver capito da quale parte stare, soprattutto con l'avvento del digitale. Il mondo oggi è molto diverso. La nostra generazione con il punk, pur avendo fallito, ha gettato un guanto e, ancora oggi, speriamo che qualcuno sia in grado di trovarlo e raccoglierlo. Credo che in questo momento venga prodotta della buona musica ma a compartimenti stagni. Ossia, si cerca su youtube o canali affini quello che è più vicino alle nostre corde e si ascolta. Niente mi sembra travolgente come la musica punk, capace di toccare il gusto di tutti. Bisogna fare qualche cosa di davvero sconvolgente e oltraggioso se si vuole raggiungere tutti quanti la fuori."
Niente cinema, siamo inglesi
La musica è cambiata, ma anche il cinema britannico ha subito le sue trasformazioni e non sempre positive. Sarà per questo che sempre più giovani registi vedono come unica possibilità di un futuro lavorativo Los Angeles e, naturalmente, la collina di Hollywood. "Devo dire che io sono stato un outsider in questo senso. Dopo l'uscita di Absolute Beginners mi hanno accusato di aver distrutto il cinema inglese, così sono andato in America per poter continuare a lavorare. Il fatto è che ci sono delle regole che vanno rispettate ed io non l'ho fatto. Attualmente non sono a conoscenza di quello che sta accadendo nel panorama cinematografico britannico. Ho rapporti più stretti con il cinema indipendente americano e sud americano. Certo, ci sono degli ottimi registi inglesi però non possiamo dire che si tratta di un momento d'oro come quello degli anni sessanta. I nuovi progetti arrivano dall' online e dalla televisione. Soprattutto ora la tv e più aperta ai lavori sperimentali. Attualmente, ad esempio, lavoro molto con la BBC, mentre in passato era impensabile. Ed io voglio cogliere l'occasione."