James Gunn sembra il fratello maggiore di Sheldon Cooper. Stessi occhi spiritati, stessa ironia e soprattutto stesso genere di maglietta. In poche parole, un personaggio unico in un mondo del cinema così stereotipato e convenzionale. Lo dimostra anche il suo ultimo film, Super, presentato fuori concorso al Torino Film Festival.
E' la storia di Frank (Rainn Wilson), un uomo che davanti all'abbandono della moglie Sarah (Liv Tyler), invaghitasi di uno spacciatore psicopatico (Kevin Bacon), decidere di diventare un supereroe, Crimson Bolt, un giustiziere in calzamaglia (molto sui generis) che prende terribilmente sul serio il suo lavoro, anche a costo di comportamenti decisamente sopra le righe. Al suo fianco c'è Boltie, alter ego fittizio di Libby (Ellen Page), una schizzatissima commessa di un negozio di fumetti che abbraccia con entusiasmo il progetto di Frank.
Nascita di un (anti)eroe
James, ci racconti la genesi del tuo film?
James Gunn: Super è nato otto anni fa come cortometraggio. Era la storia di un uomo che non aveva superpoteri particolari, ma che voleva diventare qualcuno di diverso. Non sapevo con chiarezza se volevo che diventasse un film, ma due anni fa è successo. Questa storia è cresciuta sempre di più, toccandomi e fluendo in modo naturale. Quindi ho cominciato a scrivere e non ho più smesso.
Naturalmente sei stato un amante dei fumetti...
James Gunn: E lo sono anche oggi. Non mi perdo un'uscita dei miei fumetti preferiti, in particolare quelli di Alan Moore, che io considero un vero genio. A me non interessa il fumetto in sé, quanto quello che succede tra le tavole, le crepe nella storia, come dice ad un certo punto Frank.
Parliamo degli interpreti, come hai agganciato il protagonista, Rainn Wilson?
James Gunn: Diciamo che c'erano cose che il protagonista doveva necessariamente avere; doveva reggere sia l'aspetto comico che quello drammatico e allo stesso modo avere una fisicità goffa. Un sacco di attori avrebbero voluto interpretarlo, ma la verità è che nessuno mi piaceva fino in fondo. La fortuna ha voluto che la mia ex moglie stava lavorando con Rainn in The Office e mi ha suggerito di scritturarlo. Gli ho fatto leggere la sceneggiatura e ha accettato, senza provino.
E per quanto riguarda gli altri interpeti, Liv Tyler, Ellen Page e Kevin Bacon?
James Gunn: Considerato che avrebbero lavorato al minimo sindacale, siamo stati fortunatissimi a prenderli tutti e tre. La più entusiasta è stata Ellen. Ha amato lo script perché era qualcosa di completamente diverso da quello che le proponevano in continuazione, storie in cui lei doveva interpretare la ragazza matura, nonostante la giovane età. In Super, invece, lei è l'emblema dell'immaturità; ha lo spirito di una dodicenne intrappolato nel corpo di una ventiduenne. Ammetto di averla spremuta ben bene (ride) è anche svenuta sul set una paio di volte. Forse abbiamo girato troppo la sequenza della ginnastica. Anche Kevin Bacon è stato straordinario. Ha accettato il film solo due settimane prima di girare, per sostituire un attore con cui avevamo avuto dei problemi....
Nomi? James Gunn: Preferirei non dirlo solo perché mi piacerebbe ancora lavorare con lui. Non ci siamo presi non perché facesse le bizze, ma perché spesso era irreperibile. Avevamo i giorni e i minuti contati e non potevamo lavorare con qualcuno che si sarebbe assentato spesso dal set. Figuriamoci, ho spesso rimproverato Rainn per ritardi di un quarto d'ora!
Invece, Bacon è stato inappuntabile...
James Gunn: Già, posso dire senza dubbio che è il mio attore preferito da sempre.
Quando un buono diventa cattivo
James, l'indole buona di Frank sembra avergli procurato solo danni nella vita. E' un giudizio che condividi?
James Gunn: Ci andrei piano. Forse la domanda che dovremmo porci è se in realtà Frank è davvero un uomo buono. Penso di sì, anche se ad un certo sembra un molestatore. In realtà agisce così perché ama davvero sua moglie e la ama come essere umano, non come oggetto sessuale da possedere. Così, quando alla fine lei riesce a trovare serenità, lui è felice. Il dono di essere una persona buona è che puoi gioire anche in questo tipo di situazioni. Cosa che invece non accade ad un cattivo. Quindi alla fine lui ottiene solo dei benefici ad essere un buono, ma certo, ha sofferto moltissimo per il modo di relazionarsi alle persone. All'inizio era un passivo. Mettiamola così, allora, mi auguro che questo film possa mettere a disagio gli spettatori, inducendoli a farsi qualche domanda.
Siamo rimasti colpiti dal super eroe cristiano che salva i ragazzi dalla dissolutezza e dal peccato. Esiste davvero negli USA una cosa del genere? James Gunn: Certo che sì! Si chiama Bible Man, ed è il sacro vendicatore interpretato dall'attore Willie Aames che è un cristiano rinato.
Il tuo modo dissacrante di vedere la religione è legato in qualche modo alle tue origini irlandesi, visto che sei cresciuto in una famiglia cattolica... James Gunn: Non vado più a messa da un bel pezzo, ma il cattolicesimo ed il misticismo sono una parte di quello che sono, una grande parte. Sai, gli irlandesi hanno un senso dell'umorismo molto "dark". In fondo nella religione c'è sempre un po' di magia. E questo mi piace.
Gunn, la Troma Entertainment e i fumetti
Tu hai co-diretto uno dei cult della Troma Entertaniment, Tromeo and Juliet, puoi parlarci della tua esperienza in quella fabbrica di talenti? James Gunn: Ero decisamente un fan della Troma anche prima di lavorarci, amavo i loro film. Come disse una volta Madeline Kahn tutti amano i Twinkies, ma cucinarli tutti i giorni è un altro paio di maniche. E cavolo, stare lì alla Troma era veramente duro! Ma se devo dire la verità, è stata la più grande opportunità della mia vita. Soprattutto perché ho imparato tutto sul fare i film, dalla scrittura della sceneggiatura, alla produzione, dalla gestione delle location, al casting e al montaggio. Ho imparato anche a fare i manifesti e a come metterli nelle sale! Mi reputo un uomo fortunato. Oggi gli studenti delle scuole di cinema non hanno questo tipo di training. Magari imparano a girare, cosa funziona e cosa no, ma nulla si può paragonare all'esperienza che ho fatto io.
Avresti voluto essere un supereroe, o avere come amico un supereroe che ti potesse aiutare? James Gunn: E chi non lo avrebbe voluto? Quando ero un bambino, forse, ho desiderato essere un supereroe, magari come Batman, il mio preferito. Lui sì che Incarnava lo spirito dell'uomo che sa distinguere il bene dal male, acchiappa i cattivi e li picchia. Oggi il primo eroe che mi viene in mente è mia zia che si dedica ai poveri in Mississippi. E chiunque decida di vivere in maniera altruistica o chi mostra coraggio in certe situazioni lo è.
Hai paura che il film possa essere male interpretato per via delle scene di violenza? Che possa essere giudicato un film per tutti?
James Gunn: Il problema a Hollywood è che vogliono solo fare film per tutti. Super, invece, è dedicato a chi la pensa in maniera differente. Forse qualcuno si potrà offendere, ma non credo per la presenza di certi tocchi gore. E poi, sono cose appartengono da sempre al mio gusto. Sono sempre stato convinto che per ottenere un buon film bisognasse mantenere il suo spirito, altrimenti sarebbe uscito fuori un orrendo comic movie.
Non ti piacciono i film tratti dai fumetti? James Gunn: Sono orrendi per la maggior parte. Salvo solo il primo Iron Man, davvero ben fatto e Spider-Man 2. Poi mi piacciono i Batman di Christopher Nolan, ma avevano dei problemi. Soprattutto il primo.