È stato presentato al Giffoni Film Festival un lungometraggio animato che ha diversi aspetti interessanti: stiamo parlando di Titina, film della regista Kajsa Næss che firma anche la sceneggiatura insieme a Per Schreiner, liberamente tratto da una storia vera punta ad offrire un racconto avventuroso e a tratti fantasioso di una vicenda storica che coinvolge due paesi e due uomini molto diversi tra loro oltre che di una cagnolina vivace e molto, molto speciale, in grado di compiere imprese incredibili con curiosità e quella purezza d'animo di cui solo i nostri amici a quattro zampe sono capaci. In questa recensione di Titina cercheremo di mettere in luce i vari aspetti di questa pellicola che fa della creatività il suo punto forte, oltre che offrire ai più piccoli una morale su cui riflettere, facendogli scoprire un periodo storico tra i più bui della storia italiana.
Nella trama una cagnolina e la sua storica impresa
Negli anni dell'Italia fascista Umberto Nobile vive una vita tranquilla divisa tra lavoro e famiglia: per lavoro progetta dirigibili, ovvero enormi macchine volanti in grado di coprire lunghe distanze, più lente di un aereo ma che, offrendo alloggio ai propri piloti, consentono viaggi lunghi anche diversi giorni. Un giorno mentre torna a casa si imbatte in una cagnolina abbandonata che l'uomo decide di adottare e chiamare Titina, come una canzone che ha sentito in strada. La piccola si affeziona subito e lo seguirà anche in un'impresa tra le più audaci compiute all'epoca: Nobile riceve infatti una chiamata dalla Norvegia, da parte di Roald Amundse, un esploratore che vuole tentare il sogno della vita di arrivare al Polo Nord, ma per farlo serve che il capace ingegnere italiano costruisca per lui un dirigibile in grado di resistere alle difficili condizioni climatiche del luogo. Tutto sembra procedere per il meglio e, anche se con qualche intoppo, la spedizione raggiunge il suo obiettivo. La parte peggiore, però, arriva al ritorno, quando i due uomini iniziano a litigare per l'attribuzione della storica impresa.
La ricostruzione storica
Titina è un film con tanto cuore che racconta un'impresa tra le più appassionanti nel mondo delle esplorazioni, proprio per questo, però avremmo preferito una maggiore accuratezza storica, pur essendo una reinterpretazione delle vicende. L'Italia mostrata e raccontata per immagini è un collage di stereotipi che però risultano essere ben lontani dalle atmosfere nostrane e che quindi possono lasciare un po' straniti gli spettatori italiani che si ritroveranno in un'ambientazione a metà tra i fasti della dolce vita (di qualche anno più tardi) e l'inquietante rigore di una nazione sotto regime. È proprio qui, però che il film riesce a dare il meglio, offrendo una giusta e divertente ridicolizzazione del dittatore e della sua corte, che richiama sia nello stile grafico che nell'umorismo il Mussolini del Pinocchio di Guillermo del Toro.
La personalità dell'animazione a mano
Per Kajsa Næss Titina è il primo lungometraggio e la regista è infatti al suo debutto cinematografico dopo una serie di cortometraggi giocosi ed umoristici che ne hanno sottolineato il talento e la creatività. L'inesperienza nel gestire storie più corpose si fa sentire e il racconto soffre un po' di un equilibrio incostante sia visivo che narrativo.
L'utilizzo dell'animazione a mano conferisce comunque al film un'enorme personalità: la caratterizzazione dei personaggi e la loro gestione nell'economia ella scena è affascinante e particolare, ma risente di alcune trovate un po' sopra le righe che non sempre si fondono alla perfezione con il resto delle immagini, andando a costituire quasi degli elementi estranei all'inquadratura. Nonostante questo, nel complesso, Titina risulta un film gradevole e perfetto per un pubblico piuttosto vasto che può comprendere bambini in età scolare così come gli adulti che li accompagneranno al cinema. Lasciatevi quindi affascinare da una storia fatta di coraggio ma anche di successo e sconfitta dove la mutevole consistenza dell'animo umano sfigura con la spontaneità e la purezza di quello di una cagnolina fedele e coraggiosa.
Conclusioni
Per concludere e riassumere la nostra recensione di Titina non possiamo non sottolineare la spinta creativa che ha portato alla realizzazione di un lungometraggio animato che di certo è ben lontano dalla perfezione, ma che in compenso ha tanto cuore. Una narrazione liberamente tratta da una vicenda realmente accaduta mette su schermo una storia avventurosa e commovente alla quale l’animazione a mano riesce a conferire personalità e fascino.
Perché ci piace
- L’umorismo nel raccontare alcuni frammenti e personaggi storici.
- L’animazione a mano che conferisce personalità e fascino.
- La composizione delle scene, affascinante e particolare.
Cosa non va
- Una ricostruzione storica macchiata da stereotipi.
- La narrazione non troppo equilibrata.