In questa recensione di Tiny Pretty Things cercheremo di mettere in luce tutti gli aspetti, positivi e negativi, di un prodotto che tenta di fondere generi tanto diversi quanto rischiosi. Disponibile da lunedì 14 dicembre 2020 su Netflix, questa serie è tratta dall'omonimo libro di Sona Charaipotra e Dhonielle Clayton, adattato per il piccolo schermo dalla penna del produttore e sceneggiatore canadese Michael MacLennan. Tiny Pretty Things è ambiziosa e si pone dei grandi obiettivi: non solo cerca di arrivare ai teenager con il suo look accattivante, ma tenta di trattare il numero maggiore possibile di tematiche tra le più attuali di questo periodo, prime tra tutte la violenza sulle donne e l'uguaglianza sociale. Come spiegheremo più avanti in maniera più approfondita, non sempre riesce nel centrare l'obiettivo, ma quello che fa con successo è l'intercettare quel tipo di pubblico che vuole raggiungere, mantenendo viva la curiosità e l'attenzione, requisito fondamentale per un prodotto che prima di tutto deve intrattenere con intrecci di trama complessi e colpi di scena efficaci.
Una trama a tinte gialle
Ambientata in un'esclusiva accademia di danza di Chicago, la Archer School of Ballet, racconta le vite, gli amori e i segreti di un gruppo di aspiranti ballerini professionisti. Le vicende prendono il via quando la giovane promessa della danza, Cassie, viene spinta giù dal tetto della scuola e qualche giorno dopo una nuova ragazza, Neveah, è scelta dalla dirigenza per studiare nella prestigiosa accademia. Neveah, proveniente da un quartiere povero, faticherà non poco ad integrarsi, ma al di là della sua facciata brillante, la Archer è un covo di segreti e omissioni dove nessuno, proprio nessuno, è al sicuro. Protagonisti indiscussi di Tiny Pretty Things sono infatti proprio loro, i giovani danzatori con i loro segreti e le loro omissioni che li rendono potenzialmente tutti carnefici così come vittime. C'è chi è vittima di una società tossica, chi di un rapporto genitoriale deleterio, chi di discriminazioni razziali: tutti soffrono per dei traumi del passato, tutti imparano che affermare se stessi è una priorità assoluta da adempire a tutti i costi e in modi spesso illeciti. Questo aspetto permette alla storia di spaziare tra i generi, ricordandoci, non solo nel nome, un prodotto analogo e di successo come Pretty Little Liars, ma con l'ambientazione suggestiva e leggermente claustrofobica della scuola di danza che, proprio come l'altra, ci trasporta in un clima di finta perfezione dove le apparenze contano più dei fatti.
I 20 migliori teen drama della nostra (e vostra) adolescenza
Un giallo patinato tra soap e teen drama
Come già accennato, la commistione di generi è senza dubbio una delle caratteristiche principali di questo teen drama che, in tal modo, punta anche ad un pubblico più adulto ed esigente. Tiny Pretty Things è, infatti, a tutti gli effetti un giallo: c'è un caso da risolvere, mille segreti da portare in superficie e la tendenza a sospettare di chiunque metta piede nell'accademia. Proprio come Isabel, la zelante e tenace poliziotta che studia il caso della caduta di Cassie, anche lo spettatore è portato a spostare le sue congetture da un personaggio all'altro in una sorta di gara a chi ha l'alibi (o il movente) più credibile. Gli studenti della prestigiosa scuola sono, però, teenager o poco più e, proprio per questo, si è scelto di dare ampio spazio alle loro vicende sentimentali, al rapporto con il loro corpo e con i propri familiari, non sempre degli esempi di amore genitoriale puro e disinteressato. È proprio qui che la serie inciampa in modo eclatante, scivolando nel genere soap e in quelle atmosfere patinate rese ancora più brillanti dalle luci dei riflettori. Gli intrighi amorosi, ad un certo punto, diventano preponderanti rispetto agli altri aspetti dell'intreccio, non soddisfacendo nessuna curiosità se non il voyeurismo di chi la guarda.
67 serie TV da guardare su Netflix - Lista aggiornata a dicembre 2020
L'importanza dei temi trattati
Tiny Pretty Things sembra porsi come obiettivo primario anche quello di trattare diverse tematiche che affondano le radici nella contemporaneità. Nello specifico due sono indagate in maniera più approfondita: la violenza di genere e l'omofobia. La prima trova veramente ampio spazio nella narrazione, ma viene esplorata maggiormente nel suo aspetto più fisico e poco in quello tremendamente subdolo, insidioso e spesso invisibile che è quello verbale: le ragazze della scuola si troveranno a convivere con vessazioni, ingiustizie e discriminazioni dovute semplicemente all'essere donne, fino ad arrivare alla violenza sessuale vera e propria. La serie indugia più di una volta su questi aspetti, porta di frequente gli occhi dello spettatore ad assistere ad atti coercitivi e ricattatori che coinvolgono i giovani personaggi in scena, ne mostra le reazioni e i timori in modo veritiero per poi ripiombare in un dedalo di intrighi banali e di poco appeal. Stessa sorte tocca anche alle altre difficili e importanti tematiche, affrontate, indagate e successivamente schiacciate da una lunga serie di risvolti da soap opera. Tutto quello che possiamo fare è dare fiducia a quello scioccante finale in grado di rimescolare le carte in tavola per consentire ad una futura seconda stagione di sfruttare con più equilibrio i tanti elementi a disposizione.
Conclusioni
Come affermato nella nostra recensione di Tiny Pretty Things, questa serie di Netflix si pone l’ambizioso compito di fondere generei tra loro tanto diversi quanto insidiosi. Nel raccontare i segreti e gli intrighi che vedono come protagonisti i ballerini della Archer School of Ballet, si perde spesso nella soap opera banalizzando in questo modo le importanti e attuali tematiche che si trova a trattare. Nota positiva sono gli intrecci di trama che portano lo spettatore a sospettare di ciascuno dei ragazzi, che diventano così tutti vittime e carnefici allo stesso tempo.
Perché ci piace
- Gli intrecci della trama: ben costruiti e appassionanti.
- Le atmosfere leggermente claustrofobiche dell’accademia.
- Le tematiche importanti ed attuali…
Cosa non va
- … che, però, ad un certo punto vengono banalizzate e stereotipate.
- La serie indugia troppo nel genere soap.