C'è chi guarda il mare e non pensa a romantici orizzonti tutti da esplorare o alla sete di avventura. C'è chi lo osserva e percepisce il desiderio di annegare nel silenzio. L'inizio di This Monster Wants to Eat Me porta al pubblico una lenta immersione verso un abisso esistenziale.
La relazione centrale - tra Hinako, giovane segnata dalla perdita, e Shiori, creatura che dichiara di volerla mangiare - è costruita sul paradosso emotivo. La promessa della consumazione come atto di protezione. La serie anime, approdata su Crunchyroll*, piega l'orrore verso la tenerezza** e viceversa, così che ciò che inquieta diventa anche motivo di riflessione. Persino affetto?
Trama e sviluppo: incontri, promessa, desiderio
Hinako Yaotose vive isolata, segnata da un incidente che le ha strappato via la famiglia. Il desiderio di morte non è drammatica dichiarazione, ma una condizione che permea la sua quotidianità: il giornaliero sforzo di andare avanti, le ore spese nella solitudine, il sentirsi "quasi invisibile" persino a se stessa. L'episodio utilizza la routine scolastica, la casa vuota, le assenze - di amici, di parenti - come tessuto su cui si imprime il senso di perdita.
L'apparizione di Shiori, la sirena che parla a Hinako con voce gentile, è segnata da due caratteristiche: una salvifica e l'altra allo stesso tempo inquietante. Perché il desiderio ultimo di Shiori è mangiarla, quando Hinako sarà abbastanza "deliziosa" per il mostro. È una promessa che unisce protezione e fine: un vincolo che mette in tensione il desiderio di Hinako di morire (o almeno di non lottare più) con l'idea che qualcuno la veda, la tocchi, la rivendichi, dimostrando una sorta di "cura" inquietante e torbida.

L'episodio costruisce questo rapporto iniziale con delicatezza: non tutto è manifesto, molti sentimenti sono impliciti, suggeriti con sguardi, con silenzi. Lo sviluppo narrativo rimane minimale: non serve accelerare. È la misura dell'incontro che importa, la promessa che pesa più della verità rivelata.
Personaggi: Hinako, Shiori, e il confine tra vittima e scelta
Hinako si impone già come protagonista complessa. La sua sofferenza non è esibita, è trattenuta, simile a una ferita che pulsa sotto la pelle. Il suo rapporto con il corpo, con la pelle, con ciò che nasconde - sia fisicamente (le cicatrici) sia emotivamente - è centrale. Reina Ueda, che la doppia in giapponese, compie un lavoro delicato: la voce, controllata, quasi monotona in molte parti, si incrina nei momenti in cui la speranza affiora, o quando Shiori appare come promessa d'altro. È in quelle rare crepe vocali che si sente davvero Hinako.
Shiori, la sirena, è una figura ambigua. Non appare come semplice antagonista; nonostante il patto predatorio che propone, la sua promessa è fonte di speranza. Il contrasto tra la bellezza del suo aspetto - gli occhi "come il mare", la voce gentile - e la natura del suo proposito (mangiare Hinako) crea una dissonanza potente. Shiori non è un mostro puro come lo possiamo concepire: è gentilezza, cura che diventa possesso, promessa che diventa minaccia. Miko Yashiro, compagna di scuola, introduce un'altra tonalità: la normalità che non sparisce, la possibilità di relazioni che non sono solo dolore o mostruosità.
Stile visivo, ambientazione e produzione
Lo studio d'animazione è Studio Lings, con staff di rilievo: Naoyuki Kuzuya come chief director, Yūsuke Suzuki alla regia, Mitsutaka Hirota alla composizione della serie, Nozomi Ikuyama al character design, Keiji Inai alla musica. L'animazione privilegia un'estetica delicata nei momenti più intimi, contrasti di luci e ombre nel paesaggio marino, riflessi del mare, colori smorzati per le scene in interni, ondeggiamenti grafici quando la natura soprannaturale fa capolino.

La colonna sonora, composta da Keiji Inai, svolge ruolo cruciale: chiavi musicali che sfruttano il piano, accenti corali appena percepibili. L'apertura ("Sacrifice" di Yoshino) e la chiusura ("LiLy" interpretata da Hinako Yaotose) contrastano con le scene interiori: l'opening promette sacrificio, la ending sembra sussurrare malinconia.
Fedeltà al manga e scelte d'adattamento
Il manga originale, scritto e illustrato da Sai Naekawa, è serializzato su Dengeki Maoh dal 2020 ed è licenziato in inglese da Yen Press. Ha registrato attenzione per la sua combinazione di horror, yuri, riflessioni psicologiche, e immagini talvolta disturbanti.
L'adattamento anime appare intenzionato a preservare questi elementi centrali: la perdita, il desiderio di morte, la promessa della sirena, la relazione ambigua. Il primo episodio non aggiunge stravolgimenti rigidi: non cambia motivazioni o carattere del manga. Tuttavia, alcune sequenze visive risultano più moderate rispetto alle tavole del manga, specialmente nei momenti di mostruosità esplicita.

Ciò che il manga suggerisce con dettagli grafici intensi, l'anime spesso sceglie di sfumare, di mostrare meno, di suggerire più che esibire. Questo può essere vantaggio per chi apprezza l'atmosfera contemplativa, ma anche motivo di delusione per chi attende horror visivo forte.
Punti di forza
Uno dei maggior punti di forza è l'ambientazione: la città costiera, il mare, la luce incerta, le case fragili come gusci. Questi elementi diventano quasi personaggi, riflettendo lo stato d'animo di Hinako. Il dolore diventa paesaggio: il mare che richiama, l'acqua che nasconde, la sabbia che scricchiola sotto i tacchi. Il tema del mostro come metafora per il dolore interno, la depressione, la perdita porta un grosso potenziale emotivo. L'anime sembra voler esplorare il confine tra protezione e possesso, tra amare fino a consumarsi e desiderare scomparire come forma di autenticità.
Limiti e criticità
Il ritmo lento può risultare impegnativo per spettatori che preferiscono imprese narrative più rapide. Alcune scene sembrano trattenute, meno incisive, come se mancasse la "presa visiva" che nei momenti horror più crudi potrebbe sostituire la tensione emotiva.

La relazione centro tra protagonista e sirena potrebbe correre il rischio di diventare ripetitiva se non introdotte nuove varianti: la domanda centrale - se essere mangiata è fine o forma di salvezza - è forte, ma la storia dovrà mantenere coerenza e tensione per non scivolare nella monotonia del patto oscuro.
Anche tecnicamente, l'equilibrio tra animazione 2D tradizionale e utilizzo di CGI o effetti di movimento complessi è talvolta incerto: in certi fotogrammi la bellezza del design viene meno per limiti di movimento o dettagli finiti.
Conclusioni
This Monster Wants to Eat Me col suo primo episodio introduce un universo fiabesco e oscuro, seguendo protagonisti alle prese con mostri e situazioni grottesche. L’anime mescola horror, commedia e dramma, esplorando il coraggio e l’ingegno dei personaggi in un contesto surreale e sorprendentemente poetico.
Perché ci piace
- Atmosfera che combina horror e commedia con delicatezza.
- Personaggi caratterizzati con profondità emotiva e sfumature complesse.
Cosa non va
- Alcuni elementi della storia non completamente spiegati, generano curiosità ma anche confusione.
- Alcune sequenze narrative possono apparire frammentarie o eccessivamente eccentriche per alcuni spettatori.