La spooky season è finita e ci troviamo già immersi da qualche settimana nell'atmosfera delle festività, tra serie e film dedicati al Natale che si affollano sulle diverse piattaforme streaming. L'arrivo su Netflix di un horror tailandese - a metà tra la classica ghost story, i prodotti tutti twist di M. Night Shyamalan e un dramma famigliare all'orientale - ci stupisce un po', ma forse vista la qualità non proprio eccellente del prodotto in questione l'intenzione era quella di relegarlo ad un periodo dell'anno in cui a vederlo sono solo certi gruppo ristretti di appassionati.
Come vedremo in questa recensione di The Whole Truth, diretto da Wisit Sasanatieng, si tratta di una storia che parte da buone premesse, che si perdono però tra twist prevedibili e una recitazione fin troppo sopra le righe dei suoi protagonisti. Alla domanda - fondamentale per un horror! - sul fatto che The Whole Truth spaventi o meno i suoi spettatori non possiamo che dare una risposta negativa. Ci troviamo quindi a chiederci a quale tipo di pubblico questo film possa davvero interessare, anche in un periodo come questo in cui, su Netflix, tutto ciò che è asiatico è capace di suscitare molto clamore.
La storia di una casa, e di una famiglia
Al centro di questa storia un nucleo familiare composto da una madre single, Mia (Nicole Theriault) e due figli, Pim (Thasorn Klinnium) e Patt (Mac Nattapat Nimjirawat). La prima bella e gentile, capitano della squadra di cheerliding della scuola e piena di amiche, il secondo più timido, con difficoltà a socializzare e con alcuni problemi di salute che si porta dietro fin dall'infanzia. Quando la madre è vittima di un incidente stradale, ed entra in coma, i due sono costretti a trasferirsi nella casa dei nonni (Sompob Benjathikul e Tarika Tidatid) che non hanno mai conosciuto. Lì le cose si fanno subito molto strane: la nonna, ad esempio, sembra già vittima di una precoce demenza senile e non fa altro che servire caraffe di latte ad uno stranito Patt; dalla casa accanto, inoltre, provengono strani ed inquietanti rumori. Appena arrivati i due noteranno poi sul muro uno strano buco, da cui possono vedere l'interno della villetta adiacente, che sembra abbandonata. Quale mistero si nasconde nella casa? Chi è la bambina che vendono apparire tanto al di là del buco che nella loro casa, di notte?
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Un horror che non fa paura
Per quanto, come dicevamo, le premesse di The Whole Truth siano anche piuttosto interessanti, la storia presto tracolla a causa di un minutaggio esagerato (più di due ore!), di un'eccessiva quantità di "spiegoni" e discorsi ripetuti (non si contano le volte che i due fratelli si chiedono a vicenda se l'altro riesce a vedere il fantomatico buco) e di una serie di twist che risultano purtroppo piuttosto prevedibili. La storia intriga, su questo non c'è dubbio, e si arriva fino alla fine per la curiosità di scoprire che mistero si nasconda nella casa accanto (che è uno specchio esatto di quella in cui si trovano i protagonisti), ma se il film fosse riuscito ad essere quantomeno inquietante l'esperienza di visione sarebbe stata decisamente più coinvolgente. Tagliando alcune delle sottotrame - quella del nonno e dell'incidente stradale, o quella del video di Pim che non trova una vera e propria soluzione - la narrazione sarebbe stata decisamente più scorrevole: la sceneggiatura di The Whole Truth non dà l'impressione di essere costruita e sviluppata al meglio, e ci sembra di trovarci di fronte a un prodotto quasi amatoriale (la qualità degli effetti speciali in questo non aiuta). Da amanti dell'horror non ci sentiamo quindi di consigliarvi questo film decisamente fuori stagione, che - per una volta possiamo dire per fortuna - si perderà nel vasto catalogo della piattaforma streaming.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione sottolineando come The Whole Truth sia un film che, per quanto parta da premesse interessanti, non riesca mai veramente a coinvolgerle il proprio spettatore e, cosa grave per un horror, non sia nemmeno capace di inquietarlo o spaventarlo.
Perché ci piace
- Le premesse interessanti da cui la storia prende il via.
Cosa non va
- La recitazione fin troppo sopra le righe.
- I twist prevedibili.
- Alcune sottotrame che potevano essere tagliate.
- Il minutaggio eccessivo.