The Walking Dead: commento all'episodio 4x12, Non tutto è perduto

Un episodio "di passaggio" per la serie AMC, dopo i ritmi forsennati seguiti alla ripresa di gennaio, che si prende il suo tempo per approfondire il rapporto tra i personaggi di Daryl e Beth.

Dopo la visione di Non tutto è perduto, dodicesimo episodio di questa intensa quarta stagione di The Walking Dead, possiamo dire che il promo di fine episodio del precedente Salvare il mondo era stato in parte fuorviante: se, infatti, le immagini lasciavano intendere che protagonisti assoluti della puntata sarebbero stati Daryl e Beth, le atmosfere horror e claustrofobiche che vi erano suggerite hanno infine rappresentato solo una parte, e neanche la più importante, degli eventi qui narrati. Questa, infatti, è quella che si può definire la classica puntata "di passaggio" o di transizione, tipologia pure importante nell'economia narrativa di una serie: gli sceneggiatori sembrano infatti aver voluto deliberatamente rallentare il ritmo, molto alto dopo la ripresa seguita alla pausa invernale, e prendersi il loro tempo per approfondire due personaggi che saranno (prevedibilmente) destinati a giocare un ruolo fondamentale in questo restante scorcio di stagione. Se di Daryl, invero, sappiamo già molto, lo stesso non si può dire di Beth, figlia più giovane del defunto Hershel: ma, soprattutto, è qui interessante assistere alle dinamiche che la loro forzata convivenza on the road genera.

Il plot:
Dispersi nei boschi e impossibilitati a ritrovare le tracce dei propri compagni, Daryl e Beth si tengono lontani da case e strade principali, dormendo in accampamenti improvvisati e cibandosi di animali cacciati. La ragazza, tuttavia, inizia a manifestare insofferenza per la strategia di mera sopravvivenza perseguita dal compagno, e soprattutto per la sua apparente mancanza di fiducia nella possibilità di riunirsi con Rick e gli altri: i contrasti tra i due si fanno espliciti quando Beth decide di andare, per suo conto, alla ricerca di bevande alcoliche, ma Daryl capisce che la ragazza non sarebbe mai in grado di sopravvivere da solo. L'uomo l'accompagna così nella sua ricerca, prima all'interno di quello che era un club per giocatori di golf, poi in una distilleria; ma, una volta trovato l'oggetto del desiderio di Beth, la tensione tra i due si fa sempre più pesante, mentre il consumo di alcool a cui i due si abbandonano rischia di far abbassare loro le difese...

Cosa ci è piaciuto di questo episodio:
- Come detto, le premesse di stampo più horror, suggerite alla fine del precedente episodio, si sono rivelate in parte errate: tuttavia, la sequenza iniziale, con Daryl e Beth chiusi nel cofano di un'automobile abbandonata, e gli Erranti tutti intorno, è un bel pezzo di tensione, che ben introduce alla vita sempre sul filo del pericolo condotta dai due. Più in generale, il già montatore Julius Ramsay (qui al suo esordio alla regia di un episodio) fa un buon lavoro nelle poche, e ben distribuite, sequenze di tensione presenti.
  • L'episodio approfondisce un personaggio, quello di Beth, rimasto finora (volutamente) in secondo piano, facendolo scontrare con quello da lei apparentemente più distante: il rapporto che ne deriva è interessante e credibile. Non si confrontano solo (semplicisticamente) la speranza e il nichilismo, incarnati rispettivamente dalla ragazza e da Daryl, ma i diversi background dei due. Il trigger narrativo dell'alcool, elemento apparentemente fuori luogo in un contesto come quello dell'episodio, è funzionale allo script per far progredire il rapporto tra i due personaggi, e con esso la storia.

  • Il climax, tutto emotivo, costruito della sceneggiatura, culmina in una sequenza finale che gioca in modo scoperto con gli stereotipi, forse leggermente didascalica, e non certo nuova nella metafora che mette in scena (il fuoco come catarsi e rigenerazione): tuttavia, la soluzione, narrativamente, funziona, grazie anche all'indovinato commento musicale. Non è la prima volta che la serie chiude un episodio con una sequenza del genere, dalla valenza simbolica prima che narrativa.

Cosa non ci è piaciuto di questo episodio:
- Il limite principale è quello di tutti gli episodi "di passaggio", ovvero una certa carenza di ritmo, pur chiaramente voluta dagli sceneggiatori. Può spiazzare, inoltre, questa continua alternanza (risultato della struttura frammentata che, in questo frangente, la serie si è data) tra episodi le cui implicazioni narrative si rivelano più "generali" (l'esempio più esplicito è l'ultimo) e altri dal carattere più introspettivo. Ma è questa, nondimeno, la strada che verosimilmente verrà mantenuta, fino a un finale di stagione che inizia a farsi più vicino.
  • La traduzione "creativa" (a dir poco) del titolo dell'episodio, comune anche a molte delle ultime puntate. Se, nell'episodio precedente, Claimed diventava inopinatamente Salvare il mondo, qui si sposta totalmente il focus dal titolo originale Still (concetto legato alle confessioni "alcoliche" dei due personaggi, ma capace anche di rendere il loro stato di blocco emotivo) al più convenzionale, e obiettivamente banale, Non tutto è perduto. Capiamo la difficoltà nel restituire concetti complessi e a volte compositi, che la lingua inglese è più adatta a esprimere con un singolo termine, ma nondimeno ci rifiutiamo di credere che, nella fattispecie, non si potesse fare di meglio.

Note a margine:
- Oltre ad essere, in tutta la serie, l'episodio con meno attori e meno personaggi in assoluto, questo è anche il primo della quarta stagione in cui (Erranti a parte) nessun personaggio muore.

  • La canzone che accompagna la sequenza finale si intitola Up the Wolves, della band folk rock The Mountain Goats, ed è contenuta nell'album The Sunset Tree del 2005.
- Stando alle rivelazioni di Norman Reedus ed Emily Kinney, il serpente che i due mangiano durante una scena è in realtà un'anguilla.

What's next?
Il consueto promo finale (comunque tutt'altro che fonte di rivelazioni certe, come abbiamo potuto verificare) ci mostra un episodio in cui ritroveremo Sasha, Bob e Maggie da una parte, e gli stessi Daryl e Beth dall'altra. Se ciò preluderà a un incontro tra i due gruppi, ciò, per ora, non ci è dato sapere. Rick, Carl e Michonne sembrano destinati a un altro "turno di stop", mentre il favoleggiato approdo del Santuario sembra ancora distante. Ma, nondimeno (e la serie ci ha abituati a sconvolgimenti narrativi non da poco) i quattro episodi restanti potrebbero tranquillamente rimettere in discussioni quelle che, allo stato attuale, restano solo supposizioni.

Movieplayer.it

3.0/5