Prima i fatti: il 29 gennaio del 2024 l'IDF uccide Hind Rajab, bambina palestinese di cinque anni, intrappolata in un'automobile crivellata di colpi. Con lei, gran parte della famiglia. Poi, l'opinione. Sì, ma quale? Come si può solo pensare di recensire un'opera come quella di Kaouther ben Hania? Di cosa potremmo mai scrivere? Della regia? Delle interpretazioni? Della scrittura? Della scelta di utilizzare le vere registrazioni tra la piccola Hind e i volontari della Mezzaluna Rossa? Come può essere importante la struttura e la messa in scena, la tecnica e il linguaggio, davanti a un orrore così impunito e spregiudicato?

Davanti a La voce di Hind Rajab (The Voice of Hind Rajab, titolo originale), presentato in concorso a Venezia 82, la sospensione dell'incredulità passa in secondo piano, come passa in secondo piano l'oggettività analitica. Quello della regista tunisina, che nel 2023 aveva già diretto lo splendido Quattro Sorelle, non è un film come gli altri. L'autrice è mossa dalla stessa impotenza che proviamo quotidianamente, volendo in qualche modo agire rispetto a una realtà sconvolgente. Non può esserci giudizio critico, nonostante ben Hania non scavalchi mai certi confini, prendendo posizione solo e soltanto attraverso le immagini che, nemmeno a dirlo, riescono a parlare con una forza talmente potente da risultare glaciale.
The Voice of Hind Rajab e l'urgenza cercata da Kaouther ben Hania

L'abbiamo detto, The Voice of Hind Rajab, stretto in novanta minuti, ripercorre le drammatiche ore che hanno tenuto al telefono la Mezzaluna Rossa con la bambina. Hind, a bordo di una vettura, stava provando a fuggire da Gaza insieme ad altri sei membri della famiglia, tra cui gli zii e sua cugina. Kaouther ben Hania rintraccia e ripercorre quegli attimi senza mai uscire dalle quattro mura di un ufficio, portando in primo piano l'operato dei volontari, il loro coinvolgimento, la loro esasperazione e la loro rabbia. Ad interpretarli, primo piano su primo piano, ci sono Saja Kilani, Motaz Malhees, Clara Khoury e Amer Hlehel. Come sottolineato nel titolo, sono proprio le voci a fare da filo logico e illogico di una storia che si regge sulle testimonianze rintracciate dall'autrice, e poi ovviamente si regge sulle strazianti ma incredibilmente composte registrazioni, rese pubbliche dalla stessa Mezzaluna.
Voce e dolore per un film che trascende il cinema
E se tutto è, umanamente parlando, marginale rispetto al cuore della storia e alle intenzioni dell'operazione (l'attrice Saja Kilani ha detto in conferenza che "il film non è un'opinione, ma ha salde radici nella realtà"), il salto in avanti, voluto e impuntato dall'autrice, si aggancia all'esplosività politica e marmorea del cinema. E non è un caso che a produrre il film ci sia gente come Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonathan Glazer, Alfonso Cuarón. Lo sottolinea anche Kaouther ben Hania, quando nelle note di regia scrive che "l'invenzione narrativa sia lo strumento più forte del cinema. Più potente delle ultime notizie o dell'indifferenza dello scrolling". Questione di immagini e di emozioni, messe lì, stirate e stropicciate lungo un'ora e mezza che dura un attimo. Minuti saturi come i toni cromatici voluti dalla regista: il rosso, il blu, il nero. Gli stessi colori utilizzati in Quattro Sorelle.

The Voice of Hind Rajab punta quindi alla conservazione del ricordo, distruggendo quelle distrazioni che possono farci distogliere lo sguardo. Ancora una volta, il cinema dimostra di superare qualsiasi zona di comfort, evitando di mostrare la violenza - inflazionata, sdoganata, giustificata dai politici occidentali - per suggerirla attraverso la paura, l'ansia, il silenzio. Strumenti reali e lucidi di un film inclassificabile e onestamente invalutabile secondo i canoni e gli standard. Cosa resta, alla fine? La voce di una bambina sperduta, che trascende il cinema superando l'impotenza e l'indifferenza.
Conclusioni
Complesso formulare un giudizio cinematografico analitico, linguistico e semantico per quanto riguarda The Voice of Hind Rajab di Kaouther ben Hania. Un'opera che va ben oltre il contesto filmico, divenendo una sorta di risposta all'impotenza e all'assuefazione. Ancora una volta, il cinema si dimostra il mezzo più fluido ed efficace. Solo per questo, scegliamo di dare simbolicamente il voto massimo, 5 stelle.
Perché ci piace
- Complesso estrapolare asetticamente una lista di cose positive.
Cosa non va
- Stesso discorso per gli elementi negativi. The Voice of Hind Rajab non è classificabile.