Henry è un reietto della società, che si ritrova a vagabondare per le strade senza un futuro preciso alle porte. Un giorno a bordo di un autobus incontra casualmente un'anima affine nelle sue medesime condizioni, Paul, anch'esso in profonde difficoltà economiche. Tra di loro si instaura immediatamente un sincero rapporto di amicizia e solidarietà, che li spinge a darsi una mano l'un l'altro in quel periodo di bisogno. Proprio tramite questo nuovo incontro ha modo di conoscere una misteriosa organizzazione che opera ai confini della legge, ma accetta di affiliarvisi soltanto dopo aver posto la condizione di non voler aver nulla a che fare con la violenza.
In The Stranger Henry ha così modo di stringere un legame sempre più simbiotico con un altro componente della banda, Mark, che oltre a ritrovarsi a crescere un figlio piccolo nasconde un altro segreto che rischia di compromettere per sempre il loro rapporto. Perché come Henry ben presto scoprirà, niente è quello che sembra...
The Stranger: una scomoda verità
Nella sinossi non ci siamo volutamente esposti troppo, onde evitare degli spoiler che avrebbero potuto parzialmente guastare la narrazione. Ma se volete evitare qualsiasi colpo di scena, vi sconsigliamo di continuare nella lettura in quanto per parlare di The Stranger dobbiamo obbligatoriamente introdurre il vero fatto di cronaca al quale il film è ispirato. Uomo avvisato, mezzo salvato...
Questa pellicola di produzione australiana è infatti l'adattamento del libro The Sting: The Undercover Operation That Caught Daniel Morcombe's Killer, che ripercorreva per filo e per segno le indagini della polizia, che portarono alla cattura dell'assassino di uno dei casi di cronaca nera che più sconvolsero la terra dei canguri agli inizi del nuovo millennio, relativo al drammatico ritrovamento del corpo senza vita di Daniel Morcombe, un ragazzino di soltanto tredici anni.
Personaggi complessi
Due ore di visione che si prendono il giusto tempo per far evolvere una vicenda malsana e insinuante, messa in scena con un tono giustamente rarefatto e compassato che almeno nella prima parte dissemina indizi nel tentativo di svelare progressivamente come stiano realmente le cose, tra indagini sotto-copertura e complessi teatrini realizzati ad hoc pur di incastrare il probabile colpevole, mai ufficialmente condannato per mancanza di prove, ma del quale scopriamo il curriculum criminale andando avanti.
The Stranger sa come costruire la tensione, scavando con un freddo, laconico, bisturi nelle coscienze dei personaggi, svelando poco a poco la verità in favore dello spettatore, sempre più pronto a identificarsi nell'altrettanto tormentato personaggio di Mark, un Joel Edgerton magnifico in un lavoro di sottrazione di non poco conto. Impresa ancor più difficile giacché è affiancato a un gigantesco Sean Harris che è un volto del Male quanto mai torbido e affascinante, dismesso e tormentato. I due attori - simili anche nel look con barba incolta e capelli lunghi - finiscono per risultare paradossali volti anteposti di una statua bifronte.
Negli abissi dell'animo
Il ritmo è volutamente atto a far carburare il racconto e apparecchiare al meglio la resa dei conti a venire, e l'atmosfera acquista (pre)potenza minuto dopo minuto, in una storia che sembra dire poco per raccontare in realtà molto, lasciando emergere con un'ispida naturalezza le motivazioni dei vari personaggi e quei lati oscuri che li caratterizzano, in un approccio intenso e crudo che si adegua con fermezza, e senza inutili enfatismi, a quanto effettivamente accaduto.
L'anima investigativa è così saggiamente soggiogata da una sobrietà di fondo che evita clamorose e gratuite rivelazioni, esclusa quell'ovvio cliffhanger che comunque si espande già armoniosamente in questa favola nera nel prosieguo degli eventi, sbocco naturale di un racconto che era già intuibile fosse destinato a oscuri epiloghi.
Conclusioni
Chi è davvero lo sconosciuto del titolo? Forse il pubblico, pronto a raccogliere passo dopo passo il testimone della verità in un racconto che si tinge di note ambigue e cupe nell'adattare un true-crime che sconvolse la recente storia australiana? O uno tra i personaggi dei magnifici Sean Harris e Joel Edgerton, mancati contraltari di una medaglia spezzata? The Stranger è un teso, amaro, thriller investigativo che inganna e confessa, nel lasciare che i suoi protagonisti si avvicinino e si allontanino per arrivare ad una sorta di pur tardiva giustizia, in un film che si prende i suoi tempi e affabula con un'oscura malia, per raccontare una terra di santi e peccatori sotto il sole dell'outback.
Perché ci piace
- Sean Harris e Joel Edgerton sono magnifici.
- Una regia scrupolosa e precisa nel gestire tempi e modi.
- Sceneggiatura altrettanto acuta.
Cosa non va
- Ritmo parzialmente compassato che potrebbe scoraggiare alcuni spettatori.